Turismo

PROMOZIONE VITINICOLA A RISCHIO. ENOTURISMO COMPRESO. SÌ, NO, FORSE

Per combattere alcolismo e stragi del sabato sera in un progetto di legge si estende il divieto di associare il consumo di bevande alcoliche - tra cui il vino! - a eventi, concerti e manifestazioni sportive. Già approvati da una commissione alcuni emendamenti, ora la parola passa alla Camera

27 marzo 2004 | T N

Due questioni che non hanno niente in comune, la disciplina dei locali da ballo, per prevenire le cosiddette stragi del sabato sera, e il mondo del vino.

Una confusione che ha rischiato, e forse rischia ancora, di tradursi in un danno senza precedenti alle produzioni vitivinicole di qualità. L’articolo 2 del PDL (“Disposizioni per il contrasto dell’Alcolismo”) vieta senza alcuna riserva qualsiasi messaggio pubblicitario che assimili il consumo di bevande alcoliche, vino compreso, indifferentemente ad avvenimenti sportivi, concerti, eventi di ogni genere, rinnegando la precedente normativa che riconosceva invece (all’Art. 13 della L.125/2001) “l’esigenza di valorizzare le produzioni tipiche ed a denominazione di origine”, per di più contrastando pure con la normativa che riconosce le Strade del vino (Legge 268/99), riguardo la segnaletica stradale che promuove il vino ed il suo territorio.

L’approvazione di un simile provvedimento così come è stato presentato, con grossi dubbi sulla possibilità di promuovere sagre, feste ed iniziative, che per loro natura niente hanno a che vedere con i comportamenti tipici della discoteca e se mai si propongono e contribuiscono a scardinare gli eccessi e l’ignoranza nel bere, metterebbe a rischio il ciclopico lavoro sin qui fatto da tutti gli operatori. Una massa critica di 530 Città del Vino, più di 1000 aziende aderenti al Movimento Turismo del Vino, 110 strade del vino con oltre 5000 operatori associati, che realizzano insieme oltre 3 milioni di arrivi, 8 milioni di presenze e 1,5 miliardi di fatturato.

Come riportato da una nota Ansa gli emendamenti soppressivi dell’articolo del testo di legge sono stati presentati e accolti dal Comitato dei nove.
Il capogruppo Udc in Commissione Affari costituzionali della Camera, Giampiero D'Alia, ha voluto così rispondere all'allarme lanciato proprio dalle Città del Vino: ''l'Aula non dovrebbe avere nessun problema ad approvare gli emendamenti approvati dal Comitato”
"Siamo soddisfatti di questo dietro front - ha dichiarato il presidente delle Città del Vino, Floriano Zambon - Non si può certo associare il vino alle stragi del sabato sera. Il vino non è un superalcolico, ma un prodotto culturale vero, che esprime il legame con il territorio e che sottintende a una cultura del bere lontana anni luce dall'alcolismo o dall'esagerazione. Per combattere il fenomeno delle stragi e delle discoteche non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, servono invece altri strumenti come l'educazione scolastica, la comunicazione istituzionale, l'educazione alimentare, e così via. Analizzeremo il nuovo testo di legge - conclude Zambon - anche se ci sembra che il mondo del vino sia stato risparmiato da una decisione inutile, inefficace e dannosa".


Fonte: Ass. Naz. Città del Vino