Turismo

L'agriturismo italiano si consolida e emergono dinamiche interessanti

Non solo alloggio, sempre più le aziende offrono pacchetti completi di proposte, dalla ristorazione all'equitazione, per qualificare l’attività agrituristica e fidelizzare i clienti

09 febbraio 2008 | T N

In Italia, l'attività agrituristica è regolata dalla Legge 20 febbraio 2006, n. 96 che definisce l’agriturismo come attività di "ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli, di cui all’articolo 2135 del codice civile anche nella forma di società di capitali o di persone oppure associati fra loro, attraverso l’utilizzazione della propria azienda in rapporto di connessione con le attività di coltivazione del fondo, di silvicoltura e di allevamento di animali”.
Possono essere addetti dell’attività agrituristica l’imprenditore agricolo e i suoi familiari ai sensi dell’art. 230-bis del codice civile, nonché i lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, determinato e parziale.
La legge stabilisce che rientrano fra le attività agrituristiche:
- l’ospitalità in alloggio o spazi aperti;
- la somministrazione di pasti e bevande, costituiti prevalentemente da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole della zona;
- la degustazione di prodotti aziendali, inclusa la mescita di vini;
- l’organizzazione anche all’esterno di beni fondiari nella disponibilità dell’impresa di attività ricreative, culturali, didattiche, di pratica sportiva nonché escursionistiche e di ippoturismo, anche per mezzo di convenzioni con gli Enti locali, finalizzate alla valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale.
Ciascuna Regione e Provincia autonoma definisce e caratterizza l’attività agrituristica, emanando appositi provvedimenti legislativi accompagnati da regolamenti attuativi.
In base alla legislazione nazionale e regionale, l’agriturismo rientra a pieno titolo fra le attività agricole e rappresenta:
- per l’agricoltore, una integrazione, anche significativa, del reddito aziendale e familiare, nonché un utilizzo più razionale e completo degli spazi aperti e dei fabbricati rientranti nella superficie agricola aziendale di cui dispone;
- per l’agriturista, una forma di fruizione del tempo libero che consente di trascorrere una vacanza in campagna, all’interno di un’azienda agricola immersa in un ambito socio-rurale spesso ricco di tradizioni, usi, consuetudini, costumi e prodotti agro-alimentari di qualità.

Al 31 dicembre 2006, da un'indagine Istat, le aziende agricole autorizzate all’esercizio dell’agriturismo ammontano a 16.765, con un incremento di 1.438 unità (+9,4%) rispetto all’anno precedente.
Le aziende autorizzate ad una o più tipologie di attività agrituristiche risultano essere così distribuite: alloggio 13.854, ristorazione 7.898, degustazione 2.664 e altre attività (equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport, varie) 9.643 e registrano un aumento sul 2005 rispettivamente, di 1.261 (+10,0%), 697 (+9,7%), 122 (+4,8%) e 888 unità (+10,1%). Oltre la metà delle aziende è ubicata in collina (50,4%) e più di un terzo in montagna (35,6%); solo il 14,0% è situato in pianura.
Il 45,7% del totale degli agriturismi si concentra nel Nord del Paese, il 35,1% nel Centro e il restante 19,2% nel Mezzogiorno.
Complessivamente, si conferma una presenza agrituristica capillarmente diffusa e storicamente radicata in Toscana e Alto Adige, ove sono localizzate, rispettivamente, 3.798 e 2.916 aziende. L’attività agrituristica presenta dimensioni significative anche in Veneto, Lombardia, Umbria, Piemonte, Emilia-Romagna, Campania, Marche e Sardegna.

L’analisi dei dati per zona altimetrica denota la netta prevalenza delle aziende collinari e montane rispetto a quelle localizzate nelle aree pianeggianti. Oltre la metà degli agriturismi è ubicata in collina (50,4%) e più di un terzo in montagna (35,6%); il restante 14,0% si trova in pianura.
I dati mostrano quindi la peculiarità dell’agriturismo che risulta concentrato nelle aree collinari e montane ove contribuisce al mantenimento e allo sviluppo sia della presenza umana sia dell’attività agricola in zone spesso svantaggiate.

L’analisi dei dati mette in evidenza il forte sviluppo di un settore che, pur restando di nicchia, cresce molto sia a livello complessivo sia nelle singole tipologie. L’alloggio e la ristorazione costituiscono le principali attività agrituristiche, spesso arricchite dalla degustazione e dalle altre attività.
L’agriturismo si conferma come una realtà tipicamente italiana, diversa dal turismo rurale diffuso negli altri Paesi europei. Lo stretto legame fra l’attività agrituristica e la gestione complessiva dell’azienda agricola qualificano il settore come una risorsa fondamentale della realtà agricola, rurale e turistica del Paese.

I dati rilevati confermano la tendenza delle aziende ad offrire pacchetti completi di proposte, contenenti servizi differenziati, diretti a meglio qualificare l’attività agrituristica legata al territorio in cui è ubicata l’azienda, finalizzati a fidelizzare i clienti e ad incrementare il numero degli ospiti.
Gli alloggi agrituristici vengono inoltre analizzati per tipo di servizio: solo pernottamento; pernottamento e prima colazione; mezza pensione e pensione completa.
La maggior parte delle aziende autorizzate all’alloggio (7.500 unità, pari al 54,1% del totale nazionale) offre il solo pernottamento, mentre il 13,2% unisce al pernottamento anche la prima colazione; il 27,9% offre pensione completa e il 15,1% propone la mezza pensione.
In base alla tipologia di alloggio prevalente si possono distinguere talune specializzazioni regionali: nel Trentino-Alto Adige è largamente diffuso il solo pernottamento (2.534 unità, pari al 92,1% del totale regionale), in Toscana circa un quinto delle aziende offre anche la prima colazione (809 unità, pari al 21,5%), in Sardegna prevale la mezza pensione (359 unità, pari al 72,8%), mentre la pensione completa è più rappresentata in Campania (427 alloggi, pari al 78,1%).

La sola ristorazione è più diffusa in Trentino-Alto Adige, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Sardegna ove è ubicato ben il 71,8% delle aziende autorizzate unicamente alla ristorazione; viceversa, tale tipologia risulta del tutto assente in Valle d’Aosta, Toscana, Umbria, Puglia e Calabria. Gli abbinamenti della ristorazione con l’alloggio e le altre attività, pur presenti in tutte le regioni, risultano maggiormente diffusi in Toscana, Campania, Sardegna ed Emilia-Romagna.

La degustazione consiste nell’assaggio di prodotti agricoli e agroalimentari che non assume le caratteristiche proprie di un pasto o spuntino. Essa rappresenta un arricchimento dell’offerta aziendale che ben si inserisce nel circuito di ristorazione-alloggio mediante il consumo in loco di prodotti agricoli e agroalimentari di origine aziendale. L’autorizzazione alla degustazione non è prevista nella provincia di Bolzano, in Liguria, in Emilia-Romagna, nelle Marche, nel Lazio e in Sardegna.
Le aziende espressamente autorizzate alla degustazione sono 2.664, pari al 15,9% degli agriturismi in complesso. Rispetto al 2005 si rileva un aumento di 122 unità (+4,8%). Gli incrementi sia pur contenuti, riguardano tutte le ripartizioni, anche se risultano più concentrati nel Centro e nel Nord (60 e 50 unità, rispettivamente).
Gli incrementi regionali più consistenti si rilevano in Veneto (+54 unità, pari a +13,7%) e Toscana (+45 unità, pari a +3,8%); queste regioni, insieme a Campania, Umbria e Piemonte, rappresentano le aree in cui la degustazione è più diffusa.
L’offerta della degustazione in combinazione con le altre tipologie agrituristiche risulta più diffusa in Toscana, Veneto, Campania, Umbria e Piemonte.

Le aziende autorizzate all’esercizio di altre attività agrituristiche (equitazione, escursionismo, osservazioni naturalistiche, trekking, mountain bike, corsi, sport e varie) sono 9.643, pari al 57,5% degli agriturismi italiani; rispetto al 2005, si registra un incremento di 888 unità (+10,1%). Diversamente da quanto rilevato per l’anno precedente, nel 2006 la crescita rilevata nelle regioni centrali (+412 unità, pari a +17,2%) è inferiore a quella riscontrata nel Nord (+480 aziende, pari a +14,2%); nel Mezzogiorno il calo rilevato nel 2005 viene largamente compensato dall’attuale incremento di 225 unità (+13,7%). Tale andamento dipende in particolare dalla maggiore offerta di pacchetti agrituristici, comprensivi di altre attività agrituristiche, registrata in Trentino Alto-Adige, Calabria e Veneto ove riguarda, rispettivamente, 180, 131 e 130 aziende; nelle altre regioni invece, gli incrementi risultano più contenuti.