Turismo

LA CRISI DEL TURISMO NON STA NEI NUMERI MA NEL GRADO DI INNOVAZIONE DEL COMPARTO E NELLA BUROCRAZIA

Il 2006 è stato un anno record, anche per gli agriturismi nazionali, ma non mancano i problemi. L’Italia è un Paese sognato ma i turisti si dirigono verso altre mete. Scarso utilizzo di internet come media di promozione e gravi problemi burocratici tra le questioni più assillanti

24 febbraio 2007 | T N

Il 2006 ha regalato risultati straordinari per il sistema alberghiero, i migliori da dieci a questa parte, superando il top del 2001.
La crescita della domanda è stata omogenea fra componente domestica e straniera: i clienti italiani sono stati 138,7 milioni ed hanno superato di 1,7 milioni (+1,2%) quella del 2005; gli stranieri, con 103,3 milioni di presenze, hanno superato di 1,8 milioni (+1,8%) quelle del 2005.
La domanda dei clienti stranieri ha mostrato segni di positività in quasi tutti i mesi dell'anno ad eccezione del trimestre gennaio-marzo (- 4,1%) e nei mesi di maggio (-3,5%) e dicembre (-1,3%).

Anche il settore agrituristico torna a crescere-
“Nel 2006 – ha detto Ricci Furbastro, presidente Agriturist – il giro d’affari medio per azienda è tornato ad aumentare, nel senso che l’incremento della domanda ha superato l’incremento dell’offerta. Questa tendenza riteniamo che si confermerà nel 2007 anche perchè l’offerta dovrebbe rallentare un poco il ritmo di crescita”.

Tutto bene, quindi? Non proprio.
L’Italia è troppo cara e l’offerta turistica non è all’altezza delle aspettative secondo uno studio del Touring, basata su dati Istat, dell'Ufficio Cambi della Banca d'Italia e di altri istituti internazionali.
La più recente fotografia oggi a disposizione del turismo italiano mette in evidenza questi dati: la Francia è il primo Paese al mondo per arrivi internazionali (76 milioni) seguito da Spagna (55 milioni) e Stati Uniti (49 milioni). In questa classifica l'Italia è solo al quinto posto con 37 milioni.

Internet
Il sistema alberghiero italiano deve attrezzarsi alle sfide messe in campo dai competitori perchè “solo il 5% delle strutture alberghiere italiane e' on-line mentre in Europa la media e' del 35%”.
L' appello e' di Gianfranco Fisanotti, presidente dell'Associazione nazionale delle aziende e degli Enti pubblici e privati di promozione e di accoglienza turistica (UnionTurismo). “Il turismo del sistema Italia - ha ricordato Fisanotti - ha un impatto di circa il 12% del Pil ed occupa il 10% del mercato del lavoro, è quindi necessaria una modernizzazione dell'intero sistema se si vuole mantenere la competitività alla luce del fatto che nei prossimi 13 anni i flussi turistici aumenteranno dagli attuali 600 milioni di visitatori internazionali a un miliardo e mezzo”.
Anche per il settore agrituristico non soto tutte rose e fiori. Le aziende agrituristiche con un proprio sito internet erano cinque anni fa il 20%; oggi sono quasi l’85%. “Ma occorre - secondo Ricci Curbastro - meglio comporre e gestire i siti internet in modo che il pubblico possa ben cogliere le peculiarità dell’accoglienza di una azienda agrituristica rispetto a quanto offre il resto del turismo rurale, mettendo in evidenza le produzioni agricole, l’offerta enogastronomica legata a tali produzioni, le opportunità offerte all’ospite di conoscere l’ambiente naturale, i prodotti tipici, le tradizioni del territorio”.

La burocrazia impera
I Bed & Breakfast marchigiani rischiano di chiudere. Dalla Asur regionale l’interpretazione del Servizio n. 7 Igiene e Alimenti, non lascia molto margine ai dubbi. Di fatto intima ai Bed & Breakfast, le strutture turistiche a bassa soglia, che hanno fatto il successo del turismo nel Nord Europa, di equipararsi ad “Industrie Alimentari” poiché distribuiscono la prima colazione.
E così le norme di autocontrollo (Haccp) tipiche di Ristoranti ed Alberghi dovrebbero essere applicati anche ai Bed & Breakfast, realizzati in civili abitazioni, e con un numero di ospiti che raramente raggiungono le 5 o 6 unità.
“Una norma che non trova riscontro né all’interno della Legge Regionale delle Marche, tanto meno in quella nazionale” - dice Gemma Poverini, titolare di uno degli storici Bed & Breakfast di Osimo che ha già ricevuto il dictat della Azienda Sanitaria . Una ammenda fino a 6.100,00 € e l’adeguamento entro maggio 2007. Chiuderemo tutti quanti”.
Una incongruenza in termini, quella che accade nelle Marche.
Una regione che dichiara una vocazione turistica , ma che dimostra di essere allo sbando normativo nel settore. E nella diatriba sorda e cieca delle istituzioni Regione e Asur, i Bed & Breakfast, quasi cento nella sola Provincia di Ancona, rischiano la chiusura entro un paio di mesi.