Salute

Il resveratrolo nel vino? Un elisir di lunga vita per le nostre cellule

Non sono parole vane, funzionali alla comunicazione per rilanciare periodicamente l'immagine del vino. Lo dimostrano gli studi di Alberto Bertelli, che ne attestano l'effetto antiaging e antiossidante

19 aprile 2008 | T N

Alberto Bertelli, come già anticipato, è stato il vincitore di punta del Premio Morsiani. Un premio importante per il mondo enoico, che propria in questa edizione appena conclusa per la prima volta si è aperto alla ricerca in campo biomedicale. Non c'è solo questa sorpresa. La consegna della Targa d’Oro Giuseppe Morsiani al personaggio femminile è andata a Francesca Cinelli Colombini, la donna del vino più famosa d’Italia.

Il Premio Morsiani ha pensato dunque alla salute, quest'anno. Protagonsita, oltre allo studioso Bertelli, è il resveratrolo. Su questa sostanza molto si è detto finora, ma ad oggi ci si era limitati a verificarne la sua utilità per il nostro organismo senza analizzare in profondità la sua azione.

Alberto Bertelli, del Dipartimento di Morfologia umana dell'Università degli Studi di Milano e vicepresidente della Commissione sicurezza e salute dell’Oiv, è fra i maggiori esperti internazionali del tema vino e salute e da oltre 20 anni si sta occupando di studi e ricerche in questo campo. Con la propria attività, per la prima volta Bertelli ha analizzato cosa succede quando il resveratrolo entra nel nostro organismo.

Il lavoro ha anzitutto dimostrato che il resveratrolo ha efficacia a concentrazioni molto piccole e quanto contenuto in un bicchiere di vino è sufficiente. Una volta assunto, il resveratrolo si deposita nella cellula e agisce sulla sua centrale energetica: il mitocondrio. L’azione comporterebbe il rallentamento della respirazione cellulare, in modo simile a quanto avviene in inverno negli animali che vanno in letargo.

Con il rallentamento della respirazione cellulare si risparmierebbe energia preziosa e questo consentirebbe alla cellula di vivere più a lungo e produrre meno scorie, tra cui i radicali liberi. Sarebbe quindi spiegato l’effetto antiaging e antiossidante del resveratrolo e la conferma che un buon bicchiere di vino rosso al giorno è salutare.

Che il vino, consumato in dosi moderate, faccia bene, non è una novità. Studi esteri condotti parallelamente a quelli di Bertelli hanno negli anni confermato i risultati ed è ormai verificato che in Italia e nell'area mediterranea l'insorgenza di cardiopatie è molto inferiore rispetto agli stati nord-europei e americani, questo grazie alla dieta mediterranea, di cui il vino è una componente essenziale.

Il lavoro di Alberto Bertelli premiato con il Morsiani è solo l’ultimo contributo all'approfondimento scientifico delle proprietà benefiche del vino sulla salute. “Ho deciso di impegnarmi in questo tema dopo aver ascoltato una trasmissione basata su un’informazione scorretta, dove si affermava che la relazione vino e salute non esiste mentre sono sempre più numerosi gli studi che dimostrano il contrario. Sono molto contento di ricevere questo premio perché contribuisce a dare un’informazione corretta al consumatore”.

Degni di menzione sono risultati anche i lavori presentati dai gruppi Dell'Agli - Mattivi (Università di Milano - Istituto Agrario di San Michele all'Adige) e Dolara (Università di Firenze - Università di Camerino) "per l'eccellenza scientifica dei protocolli e dei risultati".


Infine, come già riferito, la Targa d’Oro Giuseppe Morsiani è andata invece, quale riconoscimento alla carriera, a Francesca Cinelli Colombini, alla guida della Fattoria dei Barbi dal 1976. “Sono un’imprenditrice ‘fatta in casa’ perché ai miei tempi si imparava così. A trasmettermi la passione per la terra è stato mio padre, a cui devo molto. Sono onorata di essere la prima donna a ricevere la Targa d’Oro, che spero sia di buon auspicio per l’universo femminile nel mondo del vino. Quando ho iniziato ero una delle poche donne alla guida di un’azienda, mentre oggi sono molte le imprenditrici appassionate. Spero che in futuro molte altre colleghe saranno premiate”.

Il vanto di Francesca Colombini è l’avere dimostrato che una piccola azienda mezzadrile di collina poteva affermarsi commercialmente e raggiungere un notevole prestigio internazionale, trasformandosi con le sue sole forze economiche e senza perdere la sua identità.



Fonte: Cinzia Luxardo