Salute

LE ALLERGIE DA POLLINI RITORNANO CON LARGO ANTICIPO, COLPA DELLE FIORITURE ANTICIPATE DI CIPRESSO E NOCCIOLO

Sono molte le specie vegetali responsabili dei fastidiosi sintomi. Ora si spera nella pioggia e in un abbassamento delle temperature, che potrebbero determinare un abbattimento delle concentrazioni aeropolliniche, riportando la situazione alla normalità

10 febbraio 2007 | T N

Le allergie, nel loro complesso, sono il risultato di una risposta ipersensibile del sistema immunitario nei confronti di agenti estranei, gli allergeni, che possono essere rappresentati da sostanze molto diverse: pollini, polvere, spore, muffe ma anche determinati tipi di cibo, alcuni materiali, acari e altri insetti.
In particolare, le allergie da polline interessano l’apparato respiratorio, causando riniti allergiche, comunemente chiamate raffreddore da fieno, e in casi più gravi può dare luogo a veri e propri attacchi d’asma.
Tra le famiglie vegetali implicate nella allergia al polline (detta anche pollinosi) vi sono in primo luogo le graminacee (frumento, segale, orzo, gramigna, logliarello), gli alberi come le oleacee (olivo, frassino), le betullacee (betulla, ontano), le salicacee (salice, pioppo), le plantacee (platano), le fagacee (faggio,castagno, rovere, leccio, quercia) e le piante erbacee come le urticacee (parietaria) e le composite (assenzio, margherita, girasole).
La pollinosi si produce nelle persone allergiche quando la concentrazione del polline nell’aria raggiunge una determinata soglia.

I pollini di nocciolo e cipresso, i principali responsabili delle allergie “invernali”, sono già in circolazione con concentrazioni più elevate rispetto alla media stagionale.
La comparsa dei primi granuli pollinici è arrivata con circa 10-15 giorni di anticipo, precisamente all’inizio del mese di gennaio, ed è per questo motivo che il Centro di Monitoraggio Aerobiologico dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, che dal 1990 controlla giornalmente la presenza dei pollini nell’aria, ha deciso di anticipare la pubblicazione del bollettino, che tradizionalmente riprende con febbraio.
Normalmente i pollini di nocciolo e cipresso fanno la loro apparizione verso la metà di gennaio e raggiungono i valori massimi tra la seconda metà di febbraio (il nocciolo) e la prima decade di marzo (cipresso) per poi calare gradatamente, ma inverni miti come quello in corso fanno sì che la fioritura e il conseguente rilascio di pollini nell’aria da parte di alcune piante risultino notevolmente anticipati.
“Non si esclude che eventuali precipitazioni ed un abbassamento delle temperature, che si potrebbero verificare prossimamente, possano determinare un abbattimento delle concentrazioni aeropolliniche e frenare questo fenomeno, riportando la situazione alla normalità” spiega la ricercatrice Elena Gottardini.

Diagnosi
Per identificare quale polline causa una certa allergia, è possibile effettuare diversi tipi di test. Un’attenta analisi delle abitudini e degli stili di vita del paziente, e di conseguenza delle probabili esposizioni in determinati periodi dell’anno, aiuta a limitare la ricerca. Tra i test veri e propri, quelli cutanei, eseguiti graffiando o iniettando in un lembo di pelle estratti di diversi tipi di allergeni, consentono di verificare visivamente la risposta infiammatoria. Una ricerca più accurata può essere eseguita individuando le IgE nel sangue.

Prevenzione
La migliore lotta contro l’allergia è cercare di evitare il contatto con la sostanza allergenica.
Ovviamente è impossibile evitare qualunque contatto con il polline. E' però possibile limitarne i danni durante la stagione pollinica:
- Chiudere i vetri quando si va in automobile
- Evitare campeggi e picnic
- Andare in vacanza in località marine, che sono meno "ricche" di pollini
Al calare del giorno la densità pollinica è massima ed occorre chiudere dunque le finestre
Salvo rare eccezioni le persone allergiche possono coltivare o tenere in casa i fiori senza pericolo poiché i pollini dei fiori colorati e odorosi si propagano pochissimo nell’atmosfera
- Il miele può contenere allergene di polline al quale una persona allergica può reagire
- Evitare la campagna ed i luoghi in cui l’erba è stata tagliata di recente
- Le condizioni del tempo influiscono sulla concentrazione dei pollini nell’aria: quest’ultima aumenta nelle giornate ventose, ma anche quando vi è un clima caldo (25°-30° C) e con un’umidità relativa del 60-90%