Salute

Vino, la parola d'ordine è moderazione

Consumare modeste quantità di alcol porterebbe a un invecchiamento cerebrale accelerato nell'uomo ma non nella donna. Oltre i cinque bicchieri al giorno aumenta considerevolmente il rischio di tumori all'apparato digerente

23 gennaio 2014 | T N

Secondo una ricerca pubblicata su Neurology e condotta da studiosi delle università di Londra e Parigi, consumare quotidianamente 36 grammi di vino (un bicchiere) per dieci anni accresce l’invecchiamento di 2,4 anni le capacità cognitive, di 5,7 quelle mnemoniche e di 1,5 le funzioni esecutive. Ai dieci anni di invecchiamento “naturale” se ne aggiungerebbero dunque 9,6 causati dall’alcool. Lo studio, durato dodici anni, ha coinvolto 5.054 uomini e 2.099 donne, e ha preso in esame gli effetti dell’alcool effettuando un primo test ad un’età media di 56 anni.
Per l’uomo le conseguenze sono lineari e di facile individuazione. Non così per il gentil sesso. Le donne che bevono entro i 19 grammi quotidiani stanno meglio delle astemie e di chi consuma più alcool.

Che la parola d'ordine, per il consumo di vino sia moderazione, lo attesta anche un altro studio. Per i giovani anziani (60-69 anni) e per gli ultrasettantenni bere più di cinque bicchieri di vino a circa 12-13 gradi (si parla di cinque unità alcoliche) al giorno comporta un forte aumento di rischio di cancro dell’apparato digerente, dal cavo orale alla faringe, dall’esofago al pancreas fino alla laringe. A dimostrarlo è uno studio, intitolato Alcol e rischio di cancro nella popolazione anziana italiana, promosso dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool (OPGA) e  realizzato dal Dipartimento di Epidemiologia dell’Istituto Mario Negri di Milano, coordinato dal Professor Carlo La Vecchia insieme al dottor Claudio Pelucchi.
Tra i risultati, ad esempio, si osserva di un aumento del 40% del rischio relativo di tumori del cavo orale e faringe nei bevitori rispetto a chi non beve. Il rischio è più elevato anche per gli altri organi.
Per consumi lievi o moderati di alcool, ovvero fino a meno di 3 bicchieri al giorno, non sono emerse associazioni con la maggior parte dei tumori esaminati. A questi livelli di consumo, i rischi di tumore dell’alto apparato digerente erano aumentati del 20-30% circa, ma il numero limitato di casi e controlli non permetteva inferenze rilevanti.