Salute

Nuovi principi attivi contro il cancro dalla natura. Anche l'olio extra vergine d'oliva fa la sua parte

Diversi studi epidemiologici indicano che il consumo regolare di olio d'oliva è inversamente correlato al tumore al colon. Una molecola contenuta nell'extra vergine, il didrossifeniletanolo, potrebbe poi essere un ottimo coadiuvante anche nella cura. La parola a Sandra Donnoli dell'Università di Siena e a Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio Igp Toscano

13 dicembre 2013 | T N

“La natura ci offre una riserva inimmaginabile di potenziali principi attivi farmacologici – afferma Sandra Donnini dell'Università di Siena – occorre scoprirli, testarne l'efficacia e integrarli nei farmaci. Un percorso noto e ben testato. Pensiamo a quanto avvenuto per l'aspirina per esempio...”
E' così che la capo progetto di un'importante ricerca sull'impatto salutistico dell'olio extra vergine ci accoglie nel suo mondo.

L’olio extravergine d’oliva è una delle principali fonti di polifenoli, un gruppo di sostanze chimiche, caratterizzate dalla presenza di più unità di fenolo, con proprietà antiossidanti e potenziale effetti benefici sulla salute umana. Non tutti gli oli extravergine d’oliva sono uguali, differendo principalmente per il loro contenuto polifenolico.
La ricerca dell'Università di Siena, cofinanziata dal Consorzio dell'Igp Toscano, si è concentrata su n polifenolo dell’olio d’oliva, 2-(3, 4-dihydroxyphenil) ethanol (DPE) che, in letteratura, è citato per le sue attività anti-ossidanti, anti-infiammatorie e anti-trombotiche.
Nel laboratorio dell'Università hanno delineato però il meccanismo molecolare attraverso cui DPE contribuisce ad inibire la progressione del cancro del colon, andando ad interferire con processi di infiammazione e angiogenesi. DPE, infatti, attraverso l’inibizione di markers infiammatori (microsomal prostaglandin-E synthase-1, mPGES-1, enzima deputato alla produzione di Prostaglandina E2, PGE2) e angiogenici (hypoxia inducible factor-1α, HIF-1, vascular endothelial growth factor, VEGF) noti per contribuire al comportamento aggressivo nel cancro al colon, riduce la crescita del cancro al colon in modelli tumorali preclinici.
I dati suggeriscono che DPE potrebbe essere una promettente molecola chemopreventiva e adiuvante in combinazione con agenti chemoterapici.

Un certo scetticismo, di fronte all'ennesima promessa di molecola miracolosa, è d'obbligo. “Bisogna distinguere tra molecole con effetto farmacologico ed effetti delle sostanza nutraceutiche assunte con la dieta – afferma Sandra Donnini - Con la dieta si fa prevenzione. Con i farmaci si cura. Abbiamo indicazioni che il DPE può aiutare la cura del cancro, in sinergia con farmaci come il Cetuximab. Sono necessari altri approfondimenti ma siamo ottimisti.”
Dunque non è l'extra vergine ad aiutare a curare il cancro ma il DPE?
“Esattamente così – ci conferma Donnini – questo non significa, ovviamente, che una dieta equilibrata e bilanciata non sia di aiuto ma, in campo oncologico, esistono ancora pochi studi clinici sull'effetto della dieta, magari ricca di olio extra vergine di oliva di qualità, sul decorso della malattia. In cardiologia si sono fatti molti più progressi.”
C'è ancora molto da fare quindi
“Dobbiamo lavorare ancora molto in campo molecolare – ci spiega Donnini – per comprendere i meccanismi d'azione di sostanze naturali associate con farmaci chemioterapici. In particolare le sostanze naturali, come il DPE, possono avere due tipologie di effetto: aumentare l'efficacia del farmaco oppure ridurre i fenomeni di resistenza della malattia nei confronti del farmaco nel tempo. Ma un campo ancora inesplorato è comprendere l'efficacia di una dieta ricca di prodotti con contenuti elevati di sostanze salutisticamente attive. Per arrivare a questo risultato occorrerà ancora un po' di tempo.”

Nei Paesi occidentali il cancro del colon-retto rappresenta il terzo tumore maligno per incidenza e mortalità, dopo quello della mammella nella donna e quello del polmone nell`uomo ed esistono 20.500 nuovi casi per gli uomini e 17.300 per le donne. Molte sono le cause che concorrono a determinare il cancro al colon: tra esse ne sono state individuate alcune legate alla dieta e all'alimentazione, altre genetiche e di tipo non ereditario. Tra i fattori di rischio legati allo stile di vita, la dieta rappresenta quello più studiato.

Perchè l'Igp Toscano ha finanziato una ricerca famacologica?
“Quando abbiamo saputo di questo studio, che prometteva buoni risultati – afferma Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio dell'olio toscano – ma che stava per fermarsi a causa della mancanza di fondi abbiamo sentito l'esigenza di intervenire. Anche così si fa cultura olearia.”
Cultura olearia?
“Certo – dice Filippi – è grazie a queste ricerche che si può affermare che l'olio extra vergine d'oliva è una miniera d'oro, salutisticamente parlando. E inoltre che non tutti gli oli sono uguali. Vi sono prodotti standard con 100-200 mg/litro di polifenoli e oli come l'Igp Toscano che ne ha in media 450 mg/litro. Questa per me è corretta cultura olearia e un messaggio al consumatore: se vuoi oli con proprietà salutistiche meglio indirizzarsi su extra vergini a denominazione d'origine.”

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