Salute

GLI OGM RAPPRESENTANO CIRCA IL 4% DELLA SUPERFICIE AGRICOLA UTILE. L’ORGANIZZAZIONE MONDIALE DELLA SANITÀ CHIEDE CAUTELA

Sono un beneficio ma anche un potenziale rischio per la nostra salute. In un recente quanto lungo e articolato rapporto sugli alimenti Ogm l’Autorità internazionale si è espressa su molti punti. Particolare importanza viene data agli effetti nel lungo periodo di geni che non sono mai entrati prima nel ciclo alimentare. Vi sono però anche implicazioni culturali ed etiche

25 giugno 2005 | Graziano Alderighi

In un rapporto reso pubblico il 23 giugno 2005, l’Organizzazione mondiale della sanità ha espresso la sua autorevole opinione in merito agli Ogm.
Se l’Autorità internazionale non può disconoscere il ruolo che gli Ogm possono avere nel futuro alimentare del nostro pianeta di sei miliardi di abitanti, d’altro canto induce cautela e avanza anche dubbi sulla salubrità di queste derrate alimentari. È inoltre la prima volta che l’Organizzazione mondiale della sanità si esprime anche sul valore etico e culturale, oltre che salutistico, che possono avere questi biotecnologici alimenti.
Per questa ragione il rapporto, di ben 84 pagine, sottolinea la necessità di continue e approfondite valutazioni sulla sicurezza degli organismi geneticamente modificati prima che siano introdotti sia sulla tavola sia nell’ambiente.
Se sono innegabili i pregi degli Ogm, quali aumenti di produttività dei raccolti, potenziale minor uso di fitofarmaci e incremento della diversità colturale in una data zona, è anche vero che alcuni dei geni usati per produrre gli alimenti geneticamente modificati non sono stati mai introdotti nel ciclo alimentare prima. Di conseguenza, gli effetti sulla salute umana di questi nuovi alimenti dovrebbe essere valutata con cura prima della loro immissione in commercio, ivi compresi i preziosi controlli a lungo termine che devono dimostrare l’innocuità anche dopo un’assunzione costante per diversi anni.
Molti Paesi hanno introdotto sistemi di controllo e monitoraggio degli effetti salutistici e ambientali degli organismi geneticamente modificati e l’Organizzazione mondiale della sanità afferma che tutti gli Ogm diffusi sul mercato sono sicuri. Infatti, spiega il rapporto, gli alimenti geneticamente modificati sono addirittura più controllati di quelli tradizionali rispetto agli impatti ambientali e salutistici.
Fin qui, non sono stati riscontrati casi per cui il consumo degli alimenti ogm non ha causato alcuni effetti negativi sulla salute.
Ci sono tuttavia anche altre strade da percorrere. Infatti normalmente non vengono considerate le ripercussioni sociali, culturali ed etiche dell’introduzione di colture a alimenti biotecnologici in aree ove vi sono diffidenze e resistenze derivate da deficit tecnico-scientifici. L’Organizzazione mondiale della sanità, unitamente alla FAO, si propone quindi di aiutare i Paesi in via di sviluppo, di assisterli in quei processi di controllo e verifica che devono precedere l’autorizzazione alla coltivazione di Ogm.
È infatti proprio la mancanza di certezze, a cui neanche il Codex Alimentarius ha ovviare, a contribuire in maniera significativa a rifiuti categorici degli Ogm. Gli studi sugli organismi biotecnologici devono essere vagliati caso per caso. Esistono poi i rischi strategici, concede l’Organizzazione mondiale della sanità, sull’interazione con l’ambiente e le altre colture.
Per quanto riguarda i possibili effetti sulla salute umana e i relativi rischi di ipersensibilità, oggi, molti Paesi si sono attrezzati per lo studio delle proteine e della loro attività sul sistema immunitario umano. Oltre a ciò nuove metodiche consentono anche il controllo del rischio di rcombinazioni genetiche casuali.
Nelle conclusioni però vengono ben separati i benefici per le produttrici di sementi e gli agricoltori da quelli per la società. In particolare i problemi sulla sostenibilità agricola, la biodiversità, oltre agli effetti di lungo periodo degli organismi geneticamente modificati devono ancora essere oggetto d’analisi.
Nel frattempo però il primo alimento biotecnologico è stato introdotto sul mercato nel 1990. Da allora, molti altri Ogm: mais, soie, ravizzone e cotone sono stati commercializzati nel mondo. In più, anche nuove varietà biotecnologiche di papaia, di patata, di riso, di zucca, di barbabietola da zucchero e di pomodoro sono state autorizzate in alcune Nazioni.
La produzione di Ogm è aumentata significativamente durante l'ultima decade ed anche se la maggior parte di questa produzione è concentrata in pochi Paesi, si valuta che alla fine di 2004 gli organismi geneticamente modificato avranno occupato quasi il 4% della superficie agraria utile.

Fonte: Oms