Salute

Ridurre i danni del cancro alla prostata grazie all'olio extra vergine d'oliva

Sbagliato, secondo la Duke University, l'indicazione di tagliare tutti i grassi dopo la diagnosi. L'olio d'oliva ridurrebbe del 30% l'esito fatale nel caso di tumori aggressivi

15 giugno 2013 | T N

Dopo una certa età le preoccupazioni delle donne sono legate al tumore alla mammella mentre quelle degli uomini del cancro alla prostata.

Generalmente viene consigliato, dopo la diagnosi di tumore prostatico, di tagliare i grassi, rei di influenzare la rapida diffusione della patologia.

Uno studio della Duke University Medical Center a Durham, North Carolina mette però in discussione questa ipotesi sulla base di dati scientifici.

I ricercatori hanno tenuto sotto osservazione circa 4.577 uomini affetti da cancro alla prostata localizzato. I pazienti in questione, dal 1986 e ogni quattro anni, hanno compilato dei questionari che li interrogavano su quanto mangiassero, bevessero e quali cibi e bevande consumassero abitualmente.

Il 21% degli intervistati ha dichiarato di consumare olio d'oliva e questi soggetti hanno mostrato il 30% in meno di possibilità di morte a causa di cancro alla prostata rispetto a chi non assumeva l'olio. Non solo, in collaborazione con l'Università della California, si è scoperto che chi assumeva il 10% delle calorie giornaliere con grassi vegetali insaturi aveva il 29% in meno di possibilità di contrarre un cancro letale alla prostata e il 26% in meno di morirne, confermando così i dati della Duke.

I ricercatori hanno scoperto che la sostituzione di alcuni carboidrati con grassi sani era legato ad un più basso rischio di morte per cause diverse.

Era vero invece il contrario per quanto riguarda i grassi saturi e trans spesso presenti nelle carni e negli alimenti trasformati.