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Sul vino biologico la retromarcia dell'Unione europea
Il progetto è stato ritirato dalla Commissione perchè non si è trovato un compromesso credibile che rispetti dei reali standard biologici.
19 giugno 2010 | T N
La Commissione europea ha ritirato il progetto di normativa per il vino biologico.
Eâ avvenuto, a sorpresa, al Comitato di regolamentazione per il biologico, in cui i 27 Stati membri dellâUe si erano riuniti a Bruxelles per esprimere un voto sul documento.
âIl progetto sul vino biologico è stato ritirato dalla Commissione perchè non si è trovato un compromesso credibile che rispetti dei reali standard biologici rispetto a quelli in vigore per il vino convenzionaleâ ha dichiarato Roger White, portavoce del commissario Ue allâagricoltura Dacian Ciolos.
Il commissario Ciolos, già in occasione del recente consiglio dei ministri dellâAgricoltura dellâUe aveva sottolineato: âUn vino biologico deve essere un vero vino biologicoâ, e su questo principio non era pronto a fare compromessi.
Il progetto della Commissione europea prevedeva una presenza di solfiti nel vino pari a 100 milligrammi il litro per i vini rossi e 150 per i vini bianchi e roseâ, ossia 50 milligrammi in meno per ogni categoria rispetto agli livelli attualmente in vigore per i vini convenzionali. Contro questi limiti, considerati troppo rigidi, sono insorti una maggioranza di Paesi Ue, essenzialmente del Nord Europa, con lâaggiunta di Francia e Portogallo.
"Si è persa una buona occasione per una prima regolamentazione delle pratiche enologiche dei vini biologici. La qualità dei vini prodotti da uve biologiche in Italia sta crescendo, di pari passo con la consapevolezza di produttori e amministratori locali di diminuire il carico sul territorio e sui vigneti di prodotti chimici, e con la tendenza dei consumatori a privilegiare vini di territorio prodotti con pratiche di coltivazione e di vinificazione rispettose dell'ambiente e della salute". E' quanto sottolineano le Città del Vino che al Ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan chiedono "di farsi carico di una nuova iniziativa in Italia, con un tavolo che riunisca le migliori forze del settore, e di riavviare una nuova trattativa a Bruxelles".