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Estensione dell’etichettatura d’origine e semplificazione nei sistemi di certificazione

L’etichettatura in materia di qualità deve essere più facile da utilizzare e da capire per i cittadini. Al via nell’Unione europea una profonda riforma, l’obiettivo è migliorare la comunicazione sulla qualità dei prodotti agricoli

30 maggio 2009 | T N

La Commissione europea ha proposto di estendere l’etichettatura che identifica il luogo in cui è stato ottenuto il prodotto agricolo; ma anche di esaminare l’opportunità di introdurre specifici termini riservati facoltativi per “prodotto di montagna” e “prodotto tradizionale”. Quest’ultimo potrebbe sostituire l’attuale regime delle “specialità tradizionali garantite”; di istituire un unico registro per tutte le indicazioni geografiche (per i vini, le bevande alcoliche e i prodotti agricoli e alimentari), preservando la specificità di ciascun regime; di migliorare il mercato unico per i prodotti interessati da sistemi di etichettatura, in particolare per i prodotti biologici; di aumentare a livello internazionale la tutela delle indicazioni geografiche e contribuire allo sviluppo di disposizioni internazionali per le norme di commercializzazione e i prodotti biologici; di elaborare orientamenti in materia di “buone pratiche” per i sistemi di certificazione privati, al fine di ridurre la potenziale confusione dei consumatori e gli oneri amministrativi per gli agricoltori.

“Il settore agroalimentare dell’Ue ha una meritata reputazione di elevata qualità grazie a decenni, se non secoli, di impegno per l’eccellenza - ha osservato Mariann Fischer Boel, Commissario responsabile di Agricoltura e sviluppo rurale - I nostri agricoltori devono utilizzare questa reputazione per rafforzare la loro competitività e devono informare più efficacemente i consumatori sulle qualità dei loro prodotti. L’Ue è disposta ad aiutarli in tale iniziativa. Questa occasione va colta anche per dare maggiore coerenza e semplicità ai nostri diversi sistemi di etichettatura e di certificazione.”

“Estendere l’etichettatura che identifica il luogo in cui è ottenuto il prodotto agricolo è da sempre una battaglia di questo Governo e di questo Ministero. Il Commissario Fischer Boel ha fatto bene ad inserire questo principio nelle raccomandazioni per i ventisette Paesi membri - ha commentato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Luca Zaia - La strada che il Commissario indica è quella giusta, quella che questo Governo ha sempre seguito. Ci trova d’accordo anche la proposta di un registro per le indicazioni geografiche, che preservi le specificità e il miglioramento dei sistemi di etichettatura, in particolare per i prodotti biologici. In sede internazionale faremo la nostra parte per aumentare la tutela delle indicazioni geografiche, riscrivendo le regole per la commercializzazione: l’identità di un prodotto, e del territorio che vi sta dietro, è alla base di uno sviluppo economico non omologante, rispettoso delle differenze e delle peculiarità di una regione, e quindi anche della sua storia e delle sue tradizioni. Consentire ai consumatori di riconoscere quelle differenze, di ‘pesare’ la qualità dei prodotti nei mercati leggendo chiare informazioni in etichetta è innanzitutto una questione di civiltà, che è bene che l’Europa affronti con la serietà e la convinzione dimostrata dal Commissario”.