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Quasi il 20% dell’olio di oliva venduto dalla Spagna è tunisino

I dati ufficiali dell’Agencia de Información y Control Alimentarios fanno emergere il paradosso della più grande potenzia olivicola mondiale. Restano nelle cisterne iberiche 400 mila tonnellate di olio di oliva
14 luglio 2024 | C. S.
La Spagna dell’olio di oliva si salva solo grazie alle importazioni di olio, specie dalla Tunisia.
Secondo i dati ufficiali dell’Agencia de Información y Control Alimentarios a fronte di un venduto a giugno di 93 mila tonnellate, ben 16 mila e 500 tonnellate sono dovute a importazioni e poco più di 70 mila dalla produzione spagnola.
Il 17% dell’olio venduto dalla Spagna non è spagnolo.
Le forti importazioni di olio di oliva della Spagna sono una necessità per cercare di mantenere quote di mercato e volumi di commercializzazione soprattutto all’estero.
Attualmente, ovvero alla fine di giugno, la Spagna ha commercializzato 715 mila tonnellate del proprio olio di oliva, dato che sale di oltre 100 mila tonnellate se consideriamo le importazioni.
La volontà è duplica: mantenere le quote di mercato e un venduto di circa un milione di tonnellate e mantenere le scorte di olio di oliva in Spagna entro i livelli di guardia, ovvero con stock che garantiscano la copertura tra le due campagne olearie.
Immaginando che le vendite di olio spagnolo rimangano nell’ordine di grandezza delle 70-80 mila tonnellate, la Spagna ha disponibilità per altri cinque mesi, quindi fino a fine ottobre.
Per quanto riguarda le scorte di olio di oliva in Spagna sono infatti di 415.022 tonnellate, diviso in 251.521 tonnellate nei frantoi, 162.178 tonnellate negli stock degli imbottigliatori e nel patrimonio della comunità Olivarero sono 1.322 tonnellate.