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IN EUROPA IL PARTITO DEI CONTRARI AGLI ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI HA DUE ALLEATI IN PIU’

Il Presidente francese Sarkozy e il Commissario Ue Dimas a sorpresa si schierano contro gli ogm. Si potrebbero delineare forse nuovi scenari e nuovi equilibri tra gli Stati membri, ma intanto vengono aperte le porte all’importazione di altri cibi biotech

27 ottobre 2007 | T N

Un no alla coltivazione degli Ogm in Europa si è alzato con forza all'interno della Commissione europea e rischia di travolgere l'intero collegio dei commissari che, a grande maggioranza, sembra invece favorevole a introdurre su larga scala in Europa le semine di prodotti transgenici.
E' stato Stavros Dimas a rompere il fronte del sì proponendo di rifiutare le richieste di coltivazione di due mais transgenici: il Bt11 della multinazionale Syngenta e il 1507 della società Pioneer, nonostante l'Efsa (l'agenzia europea per la sicurezza alimentare) avesse dato per entrambi parere favorevole.

Nello stesso momento Sarkozy ha deciso di sospendere la coltivazione di organismi geneticamente modificati in Francia finchè non se ne discuterà ulteriormente entro la fine dell'anno.
"Ci sono pesticidi ogm. Ho deciso di sospenderne la coltivazione per precauzione", ha detto il Presidente parlando della nuova politica ambientale del paese.

"Questo tipo di moratoria è contraria alla legislazione europea". Barbara Helferich, portavoce del commissario Ue all'ambiente, Stavros Dimas, ha commentato cosí la proposta del presidente francese, Nicolais Sarkozy, di "congelare" la situazione attuale sugli Ogm fino all'esame della legge nel gennaio 2008.

Smentite e controsmentite, che creano soprattutto una grande confusione.

La Commissione Ue, negli stessi giorni di queste sortite ecologiste, ha aperto le porte a una barbabietola e a tre nuove varietà di mais transgenici, tra cui l'Herculex, destinati all'alimentazione umana e animale. Potranno essere importati in Europa, ma non coltivati, da Monsanto, Pioneer e Dow AgroSciences.
Da quando nel 2004 è caduta la moratoria europea contro gli ogm, la Commissione ha autorizzato l'importazione di 15 prodotti biotech, sempre giocando sulla mancanza di accordo tra gli Stati membri, spaccati tra favorevoli e contrari e costantemente incapaci di formare una maggioranza in grado di bocciare o approvare definitivamente le singole varietà.

Tale permanente stato di incertezza provoca tensioni alla vigilia della scottante decisione della Commissione sulla coltivazione della ormai famosa "superpatata" biotech prodotta dalla Basf, il cui arrivo rappresenterebbe sì una rivoluzione nei rapporti con il transgenico alla quale si aggiungerebbero una serie di timori legati alla salute umana: la patata Amflora, infatti, è uno dei pochi ogm su cui gravano seri dubbi di pericolosità in quanto, si sospetta, sviluppa una resistenza dell'organismo agli antibiotici. Inoltre aprirebbe la strada alle colture transgeniche, oggi praticamente inesistenti nel Vecchio Continente, nonostante l'Ue non abbia regole contro la contaminazione accidentale delle colture biologiche da parte di quelle ogm.