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Nuove norme contro le pratiche sleali nella filiera alimentare

Alt ai ritardi di pagamento e alle cancellazioni di ordini con breve preavviso. La direttiva dovrà ora essere formalmente approvata dal Consiglio prima di poter entrare in vigore e poi serviranno altri 30 mesi, come massimo, perchè possa essere integralmente applicata

12 marzo 2019 | T N

Il Parlamento europeo ha approvato le nuove misure per proteggere gli agricoltori dalle pratiche commerciali sleali da parte degli acquirenti e dei distributori.
Le nuove regole, approvate con 589 voti favorevoli, 72 contrari e 9 astensioni, bandiscono le pratiche sleali quali:

- i ritardi nei pagamenti per i prodotti consegnati;
- le cancellazioni unilaterali tardive o modifiche retroattive dell'ordine;
- il rifiuto dell'acquirente di firmare un contratto scritto con il fornitore; e
- l'uso improprio di informazioni riservate.

Saranno vietate anche le minacce di ritorsioni contro i fornitori che vogliono presentare reclami, ad esempio la cancellazione degli ordini dei loro prodotti o il ritardo nei pagamenti.

Gli acquirenti non potranno più richiedere ai fornitori dei pagamenti per il deterioramento o la perdita dei prodotti avvenuta nella propria sede, a meno che ciò non sia dovuto alla negligenza dei fornitori.

Altre pratiche, quali la restituzione dei prodotti invenduti al fornitore senza pagarli, l'obbligo per i fornitori di pagare per la pubblicità dei prodotti, l'addebito ai fornitori per lo stoccaggio o la quotazione dei prodotti, o l'imposizione di costi di sconti al fornitore, saranno anch'esse vietate, a meno di non essere state concordate preventivamente nel contratto di fornitura.

Chiara procedura di reclamo

I fornitori di prodotti alimentari potranno presentare reclami nel luogo in cui si trovano, anche se il commercio sleale si è verificato in altre parti dell'UE. Le autorità nazionali preposte all'applicazione della normativa tratteranno i reclami e condurranno le indagini.

Protezione dei piccoli e medi fornitori

Le nuove norme proteggeranno i piccoli, medi e medi fornitori con un fatturato annuo inferiore a 350 milioni di euro. Tali fornitori saranno suddivisi in cinque sottocategorie (con un fatturato inferiore a 2 milioni di euro, 10 milioni di euro, 50 milioni di euro, 150 milioni di euro e 350 milioni di euro), con la protezione più ampia per i più piccoli.

La direttiva anti-UTPs (‘Unfair Trading Practices’) deve essere formalmente approvata dal Consiglio prima di poter entrare in vigore. Gli Stati membri disporranno di 24 mesi per introdurla nelle legislazioni nazionali. Le nuove norme dovrebbero essere applicate 30 mesi dopo l'entrata in vigore.

È una grande vittoria per l'Europa e per l'Italia il voto finale, con una maggioranza di quasi il 90%, che mette fine dopo 10 anni di attesa alle pratiche commerciali sleali nella catena agroalimentare. Per l'Italia, la battaglia che siamo riusciti a vincere risulterebbe vana se non venisse rapidamente recepita nella legislazione nazionale, estendendo la protezione a tutti i produttori e integrando la lista di pratiche proibite con le vendite sotto costo e le aste a doppio ribasso”. È il commento a caldo del relatore del dossier Paolo De Castro, primo vicepresidente della Commissione agricoltura del Parlamento europeo.

“In appena undici mesi - afferma l'eurodeputato Pd - e nonostante la pressione continua contro il nostro operato delle lobby della grande distribuzione, portiamo a casa un risultato che dimostra come l'Europa per cui ci battiamo sa essere al fianco degli operatori economici più deboli, come gli agricoltori, i produttori e non ultimo i consumatori”.

“Abbiamo infatti raddoppiato - spiega De Castro - da 8 a 16 le pratiche sleali con la possibilità di estenderle ulteriormente a livello nazionale, protetto il 100% degli agricoltori e il 97% delle aziende agroalimentari dell'Ue, compresi settori strategici come il floro-vivaismo e la mangimistica. Ma anche difeso la confidenzialità di chi denuncia e introdotto l'obbligo per l’autorità di contrasto di agire e porre fine alle pratiche sleali, anche sanzionando i responsabili'”.

Per l'eurodeputato, “questa conquista, che pareva difficile se non irraggiungibile, è stata possibile solo grazie ad un gioco di squadra tra i grandi Gruppi parlamentari europei, il Commissario Hogan e gli Stati membri”.    “Mi auguro - conclude De Castro - che questa direzione possa continuare ad essere seguita in futuro, con lo stesso impegno, serietà e collaborazione da parte di tutti”.