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Il 98% dell'olio d'oliva venduto negli Usa è genuino
Partita, dopo gli scandali degli ultimi anni, la controffensiva dell'industria olearia americana, rappresentata dalla North American Olive Oil Association. Smentite alcune lampanti fake news ma anche fornite informazioni lacunose e discutibili
30 gennaio 2018 | T N
La North American Olive Oil Association lancia la propria offensiva contro le fake news sul mondo olivicolo oleario negli Usa.
Lo fa con un post in spagnolo sul proprio blog, lanciando una campagna che punta a discriminare tra i miti (ovvero le falsità) e le verità sugli oli d'oliva.
L'associazione degli industriali oleari americani vuole così puntare a diventare fonte credibile e attendibile di cultura olearia.
Nel documento vengono smentite alcune lampanti bugie, che però sono in auge anche sulla stampa nostrana, come il fatto che si può capire se un olio è genuino mettendolo in frigo.
L'olio che diventasse più “torbido” sarebbe genuino. In realtà la torbidità è legata, in grande misura, al contenuto in cere che tendono a creare agglomerati visibili quando la temperatura di conservazione scende sotto i 6-7 gradi, diventando evidente a 4 gradi.
Altra evidente fake news è il legame tra colore e qualità. E' noto che il colore dell'olio dipende da una pluralità di fattori agronomici (varietà, maturazione...) e tecnologici (tempo e temperatura di gramolazione...).
Ugualmente falso che le diciture “light” ed “extra light” indichino un più basso tenore calorico. Queste diciture, da sempre condannate dal Coi, ma mai ufficialmente dalla North American Olive Oil Association indicano solamente un gusto più morbido e meno intenso.
Accanto a queste indubbie verità, vi sono affermazioni lacunose e discutibili.
E' lacunosa l'indicazione secondo cui è possibile cucinare con l'olio di oliva senza che questo perda le sue caratteristiche salutistiche. Prima di tutto non si fa alcuna differenza tra olio d'oliva ed extra vergine. In secondo luogo nulla si dice su metodi e temperature di cottura. L'extra vergine di ottima qualità, ricco di polifenoli, è perfetto a crudo ma anche in frittura, visto che “dona” i polifenoli alla verdura fritta. L'olio di oliva è più salutare di un olio di semi, in virtù della sua composizione in acidi grassi ma nulla più, e soprattutto è imparagonabile con un ottimo extra vergine, salutisticamente parlando, anche nell'utilizzo di cucina.
Lacunosa e discutibile l'affermazione secondo cui il 98% dell'olio di oliva (intesa come famiglia merceologica) è genuino, ovvero non adulterato o contraffatto. Nell'opuscolo si legge che “da più di 25 anni, la North American Olive Oil Association ha condotto studi annuali su centinaia di oli d'oliva, che hanno dimostrato, quasi interamente, l'autenticità di questi oli.” E' lecito che l'associazione degli industriali americani faccia controlli, qualche legittimo dubbio si può avere sui risultati, visto che gli oli controllati sono quelli dei soci. Non che la North American Olive Oil Association “addomestichi” i risultati, per carità. Se però le aziende associate sapessero l'epoca in cui si svolgeranno i controlli, ecco che sarebbe facile immettere sul mercato in quel periodo partite del tutto regolari.
Insomma, la North American Olive Oil Association risponde alle fake news con un misto di verità e di sue verità. A rimetterci è la chiarezza e la trasparenza nei confronti dei consumatori.