Mondo

Troppa povertà nelle aree rurali, occorre produrre di più

I redditi di 2,5 miliardi di persone nel mondo, si legge ancora, “dipendono direttamente da piccole aziende agricole che producono l'80% del cibo consumato in Asia e nell'Africa subsahariana”

15 settembre 2016 | T N

Entro il 2050 il mondo avrà bisogno del 60% di cibo in più. E’ una proiezione del Rapporto sulllo Sviluppo Rurale, presentato oggi a Roma dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (Ifad). Nel testo si indica che tre quarti degli 800 milioni di persone che vivono in povertà nel mondo si trovano in aree rurali. Di qui quindi la convinzione dell’Ifad che sia necessaria una trasformazione dell’agricoltura nei Paesi in via di sviluppo.

Il rapporto si basa sullo studio di 60 paesi in via di sviluppo, 39 dei quali hanno già in atto una trasformazione dell'economia che include anche l'agricoltura.

Paul Winters, capo ricercatore dell’IFAD, e prima professore di economia presso l’American University di Washington, ha spiegato alla platea di rappresentati dei Paesi e giornalisti gli aspetti tecnici dello studio e i suoi principali risultati. Winters ha chiarito che, in questo contesto di cambiamento globale, e con la volontà di dimezzare la povertà e di eliminare la fame mondiale, si è obbligati a concentrarsi sull’agricoltura. Sebbene, infatti, questo settore abbia un ruolo sempre più residuale nella formazione del Pil di molte economie avanzate, esso resta di fondamentale importanza per i paesi in via di sviluppo. Alcuni di essi hanno tra il 50 e il 60% della popolazione rurale attiva nel settore agricolo, perciò la trasformazione rurale avviene in un contesto in cui il ruolo dell’agricoltura cambia, non diminuisce. In particolare, i ricercatori identificano quattro modelli di sviluppo economico rurale che permettono di distinguere i vari Paesi in base alla velocità della trasformazione economica e del meccanismo di inclusione e agli obiettivi dello sviluppo rurale. Su 60 paesi analizzati, solamente 32 appaiono in veloce trasformazione ed inclusione rurale, che, per gli altri Paesi, non vanno di pari passo.

"La sfida dello sviluppo rurale è decisiva per il futuro dei paesi in via di sviluppo e di centinaia di milioni di poveri, ma è anche una sfida determinante per noi - ha sottolineato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni durante la presentazione alla Farnesina -. Riguarda anche la capacità di incidere su problemi globali come i cambiamenti climatici, o il controllo dei flussi migratori".

Nel mondo 2,5 miliardi di persone dipendono da piccole aziende agricole che producono l'80% del cibo consumato in Asia e Africa subsahariana.

"Il rapporto - ha sottolineato Kanayo Nwanze, presidente dell'Ifad - dimostra la necessità di un approccio molto più integrale e olistico nei confronti dell'economia"