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Import di olio d'oliva tunisino nella Ue, il sì condizionato del Parlamento europeo

Alla fine l'ha spuntata Federica Mogherini e le 35 mila tonnellate di olio d'oliva, per ciascuno degli anni 2016 e 2017, sono state approvate dal Parlamento europeo, sebbene siano state poste alcune stringenti condizioni alla misura

25 febbraio 2016 | T N

Alla fine l'hanno spuntata i fautori dell'accordo con la Tunisia. Le 35 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino, per ciascuno degli anni 2016 e 2017, potranno entrare in Europa senza dazi nè barriere. Tali 35 mila tonnellate si vanno ad aggiungere alle 58 mila già autorizzate, portando il totale a 93 mila tonnellate.

La misura aveva fatto molto discutere e infuriare soprattutto gli olivicoltori italiani che temevano un'apertura incondizionata a oli stranieri, con la possibile moltiplicazione delle frodi, specie a danno del Made in Italy.

Troppo fresco, infatti, il ricordo dell'inchiesta DNA che ha scoperto che nelle 7000 tonnellate di falso Made in Italy sotto inchiesta da parte della DDA di Bari vi erano proprio anche tracce evidenti di oli tunisini.

Alla fine il Parlamento europeo, con il voto del 25 febbraio 2016, ha sostenuto la misura d'emergenza di sostegno all’economia della Tunisia con 475 voti a favore, 126 contrari e 35 astensioni.

"La Tunisia ha fatto molta strada dalla Primavera araba, come uno dei pochi Paesi che ha davvero raggiunto una transizione democratica. La Tunisia è stata il bersaglio di attacchi terroristici proprio perché è sulla strada per il consolidamento della propria democrazia. Questi attacchi hanno avuto un terribile impatto sul settore turistico e sull'economia in generale, in un periodo di grave crisi economica. Vogliamo che la Tunisia ce la faccia e dobbiamo aiutarla con misure concrete che promuovano subito la sua economia", ha affermato la relatrice Marielle de Sarnez (ALDE, FR), nel dibattito prima del voto.

All'Italia sono state offerte alcune "contromisure". Sono infatti stati approvati due emendamenti che dovrebbero placare le paure dei produttori italiani.

Il primo emendamento ha introdotto l’obbligo di tracciabilità delle merci, affinché i dazi zero si applichino solo all'olio d'oliva effettivamente prodotto in Tunisia.

Il secondo emendamento ha cancellato la possibilità di prolungare le misure d'emergenza oltre il periodo deciso di due anni.

Inoltre, il Parlamento ha inserito la richiesta alla Commissione di presentare una valutazione intermedia sull’impatto sul mercato Ue.

Le reazioni

Dopo che nel 2015 in Italia sono aumentate del 481% le importazioni dell’olio di oliva della Tunisia per un totale di oltre 90 milioni di chili è un errore l'accesso temporaneo supplementare sul mercato dell'Unione di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017. E’ quanto afferma il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo sulla base dei dati Istat relativi ai primi 11 mesi del 2015, in riferimento alle modifiche approvate dall'Europarlamento al provvedimento che dovra' ora essere riesaminato dal Consiglio Ue. Il nuovo contingente agevolato - sottolinea Moncalvo - andrebbe tra l’altro ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi “agevolati” annuale oltre quota 90mila tonnellate, praticamente tutto l’import in Italia dal Paese africano. “Il rischio concreto in un anno importante per la ripresa dell’olivicoltura nazionale è il moltiplicarsi di frodi, con gli oli di oliva importati che vengono spesso mescolati con quelli nazionali per acquisire, con le immagini in etichetta e sotto la copertura di marchi storici, magari ceduti all’estero, una parvenza di italianità da sfruttare sui mercati nazionali ed esteri, a danno dei produttori italiani e dei consumatori” continua Moncalvo. Diventa dunque ancora più urgente - conclude Moncalvo - arrivare all’attuazione completa delle norme già varate con la legge salva olio “Mongiello”, la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualità merceologica dei prodotti in entrata.

Pur avendo raggiunto l’obiettivo di non chiudere definitivamente la questione, constatiamo con rammarico che le richieste di rigetto della proposta della Commissione non sono state accolte. Lo afferma Agrinsieme, dopo il via libera del Parlamento Ue all’importazione agevolata di 70 mila tonnellate di olio d’oliva provenienti dalla Tunisia per i prossimi due anni. Adesso, in seguito all’approvazione degli emendamenti che prevedono il limite temporale della misura al solo biennio 2016-2017 e garantiscono l’origine tunisina dell’olio importato -osserva il coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Aci agroalimentare- si può aprire uno spiraglio di trattativa in quanto il provvedimento sarà oggetto di riesame in Trilogo. Diamo atto che i nostri eurodeputati sono riusciti a portare all'attenzione del Parlamento europeo le istanze del mondo agricolo, anche se purtroppo non si è tradotta completamente in emendamenti più coerenti con le richieste degli olivicoltori italiani. Invitiamo pertanto il Governo a spingere nel Trilogo -continua Agrinsieme- affinché venga inserito nel compromesso finale anche l’emendamento della Comagri per le licenze mensili, le cui conseguenze sulla gestione del contingente sono fondamentali per i nostri produttori, come dimostrato dall’impatto avuto dalla liberalizzazione delle modalità di gestione del contingente esistente fino ad oggi.

Le reazioni politiche

"Dopo il voto di oggi si riapre la partita sull'olio tunisino". Questo il commento di Paolo De Castro a margine dell'approvazione da parte del Parlamento europeo di due emendamenti che modificano la proposta della Commissione Ue sull'incremento del contingente a dazio zero di olio tunisino destinato all'Unione. "Il sostegno della plenaria a due dei quattro emendamenti della Commissione Agricoltura - che riguardano l'obbligo di origine del prodotto importato e il divieto di proroga del provvedimento - si traduce automaticamente in uno stop alla proposta iniziale che riporta la discussione in Consiglio europeo per l'avvio dei triloghi. Un successo importante per i produttori Ue e per gli stessi produttori tunisini che, attraverso ONG e associazioni di rappresentanza, avevano ribadito la necessità di misure di sostegno per la loro economia di natura diversa e distribuite nel medio-lungo periodo. L'esito del voto di oggi non deve essere letto come una mancanza di attenzione alle richieste di un paese a noi prossimo duramente colpito dal terrorismo, ma come la consapevolezza che non possiamo mettere a rischio il già fragile settore olivicolo europeo senza peraltro essere sicuri dei veri beneficiari delle misure che erano state previste. In Commissione Agricoltura abbiamo lavorato per mitigare gli effetti di una decisione sbagliata e oggi portiamo a casa un risultato concreto - conclude De Castro -. Da oggi la partita è riaperta e ci auguriamo che si arrivi presto all'identificazione di un piano di supporto davvero efficace, in grado di aiutare la Tunisia senza mettere in difficoltà l'agricoltura europea, in particolare di quella del Sud".

"La nostra iniziativa, al fianco delle organizzazioni degli olivicoltori e delle associzioni degli agricoltori, ha prodotto un primo risultato importante con le modifiche approvate dall'Europarlamento al provvedimento che determinano l'accesso temporaneo supplementare sul mercato dell'Unione di 35mila tonnellate di olio d'oliva tunisino a dazio zero, per il 2016 e 2017. Il provvedimento dovrà quindi ora essere riesaminato dal Consiglio Ue". Così i parlamentari pugliesi del PD Mongiello e Ginefra che aggiungono: "si è contenuto il danno arrecato dalla Commissione Trade, ma è solo un primo risultato. Auspichiamo che in Europa questa battaglia possa continuare con l'impegno pieno delle nostra delegazione parlamentare. Continuiamo a ritenere, infatti, che l'immissione di un nuovo contingente agevolato che andrebbe ad aggiungersi alle attuali 56.700 tonnellate a dazio zero già previste dall'accordo di associazione Ue-Tunisia, portando il totale degli arrivi 'agevolati' annuale oltre quota 90mila tonnellate, sia un errore che, oltre a determinare una concorrenza sleale nei confronti delle produzioni italiane, rischia di alimentare il pericoloso mercato delle sofisticazioni con la possibile svalutazione del marchio Italia. Diventa dunque ancora piu' urgente" - concludono Mongiello e Ginefra - "arrivare all'attuazione completa delle norme gia' varate con la legge salva olio 'Mongiello', la n. 9 del 2013, dai controlli per la valutazione organolettica ai regimi di importazione per verificare la qualita' merceologica dei prodotti in entrata, seguendo le stesse sollecitazioni delle organizzazioni degli agricoltori".