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I VINI ROSSI DELL'ARGENTINA? ATTRAVERSO L'ANALISI SENSORIALE SI CONFERMANO IMPORTANTI

Cresce la qualità dei vini sudamericani, piuttosto complessi per struttura e carica aromatica. A Cordoba è emersa una realtà sorprendente, che fa superare ogni pregiudizio. Solo con i bianchi non si è raggiunto un equilibrio soddisfacente

26 novembre 2005 | C. S.

I vini rossi argentini sono ormai prodotti aromaticamente complessi con una struttura articolata. E' quanto emerge dal corso di analisi sensoriale e marketing tenuto dal Centro Studi Assaggiatori a Cordoba.

L’analisi sensoriale conferma infatti una crescita qualitativa dei vini rossi argentini. Si dovrà quindi ricredere chi aveva in mente un’Argentina enologica con vini imperfetti o dal gusto americano con tanto legno e poco d’altro. Infatti se nei bianchi ancora non si è raggiunto un equilibrio soddisfacente e il profilo aromatico risulta ancora poco articolato, nei rossi si annoverano vini di alto lignaggio, pronti per assumere un ruolo importante nello scenario mondiale.

Il loro profilo sensoriale? Saturi nel colore con evidenti riflessi viola, sferici in bocca con un’acidità che, compensata da ottimo corpo, crea struttura ma non disturba la percezione sferica, profondi al naso con profumi che coprono l’intero arco olfattivo, dal floreale allo speziato, passando per il fruttato, senza mai concedere troppo al vegetale.

Questo è quanto emerso durante il corso marketing ed analisi sensoriale tenuto da Luigi Odello, del Centro Studi Assaggiatori, e Diego Begalli dell'Università di Verona, a Cordoba, nell’ambito del progetto AL-Invest dell’Unione Europea. Il corso ha dato risultati così interessanti che Daniele Tollin, presidente del Consorzio Sviluppo e Impresa, ente organizzatore con Fundemp di Cordoba, sta pianificando nuovi appuntamenti formativi.


Approfondimento: Cos’è l’analisi sensoriale
L’analisi sensoriale, si sa, pone al centro l’uomo e gli chiede di conseguenza di esprimere dei giudizi su quanto percepisce di un prodotto o servizio. L’assaggiatore può essere un semplice consumatore o un giudice qualificato, un professionista dell’analisi sensoriale. In ogni caso non lavora mai da solo, ma sempre in un gruppo chiamato panel e diretto da un panel leader.

Agli assaggiatori così riuniti è chiesto di compilare una scheda assegnando dei punteggi a determinate caratteristiche del prodotto. La scheda di assaggio varia in base alla merceologia e viene costruita attraverso una discussione condotta nel panel stesso dal panel leader.

Alla fine della sessione di assaggio le schede vengono raccolte e si elaborano i dati con tecniche di statistica robusta. Si ottengono così informazioni sulla qualità del prodotto come è stata percepita dal gruppo degli assaggiatori. I dati finali sono altamente informativi, vale a dire che non dicono soltanto quanto piace o non piace il prodotto, ma anche il perché, i motivi della sua attraenza e i tratti che invece lo mortificano.

Importante il ruolo svolto dal Centro Studi Assaggiatori di Brescia, ch'è l’unità di ricerca sull’analisi sensoriale più avanzata e completa in Italia. Ogni anno questo centro compie migliaia di test sui consumatori per verificare la qualità percepita di prodotti e servizi. Collabora inoltre nella ricerca con università italiane e straniere e ha portato alla certificazione sensoriale prodotti come il Valcalepio Doc, l’Espresso Italiano Certificato e il tartufo bianco d’Alba.





Fonte: Carlo Odello