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Il vino italiano senza rivali negli Stati Uniti

Nonostante la forte diminuzione delle importazioni di vino negli Usa, l'Italia colleziona solo segni positivi. Superata per la prima volta nella storia la quota dei 570 mila ettolitri nel primo trimestre dell'anno

08 maggio 2015 | T N

Il mondo del vino mondiale si interroga sul pesante calo delle importazioni negli Stati Uniti.

Secondo i dati dell'Italian Wine & Food Institute, le importazioni hanno fatto segnare, nel primo trimestre un - 9,5% in quantità e un – 3,3% in valore.

In particolare segnali preoccupanti per l'Argentina che ha perso il 26,1%; l'Australia il 20,7%; il Cile il 15,5% e la Spagna l'1,4%.

A determinare queste drastiche riduzioni hanno contribuito in maniera determinante le notevolissime contrazioni delle esportazioni di vini sfusi da parte di Australia (-42,8%), Argentina (-42,4%) e Cile (-26,1 %).

In controtendenza la Francia che fa segnare un + 7% in volume, raggiungendo i 193 mila ettolitri, ma un – 2,8% in valore, con ricavi per 171 milioni di dollari.

La vera Cenerentola del mercato statunitense è però proprio l'Italia che non ha minimamente risentito di questa congiuntura negativa, con due segni positivi. Nel primo trimestre di quest’anno, ha superato per la prima volta la soglia dei 570 mila ettolitri con un avanzamento dell’1,3% rispetto allo stesso periodo del 2014. Un segno positivo che però è molto più alto se vediamo la crescita in valore, + 6,7%, a 316 milioni di dollari.

Grazie a queste performance la quota di mercato dei vini importati dall'Italia è risultata pari al 27,7% in quantità e al 33,5% in valore, mentre quella dell'Australia è risultata rispettivamente del 19,2% in quantità e del 11,1% in valore.

Molto positivo infine, sempre secondo la nota dell'IWFI, l'andamento delle esportazioni di spumanti che vedono l'Italia registrare un aumento del 36,2%% in quantità e del 16,6% in valore. La quota di mercato degli spumanti importati dall'Italia è risultata pari al 59,4% in quantità e al 31,8% in valore.