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Il business degli oliveti superintensivi, progetti pubblici e privati in Nord Africa

E' l'altra sponda del Mediterraneo la nuova frontiera per gli oliveti superintensivi. Tenute di centinaia di ettari realizzate “chiavi in mano” da aziende spagnole, anche con il contributo del governo statunitense

09 gennaio 2015 | T N

In Marocco ormai sono circa 10 mila gli ettari olivetati secondo il metodo superintensivo spagnolo.

Un business da milioni di euro che ha visto il prima linea l'azienda CBH Agro che ha istituito un'apposita società in Marocco per seguirne attività e sviluppo.

Tutto è iniziato nel 2008, quindi i più vecchi impianti superintensivi marocchini hanno sei anni, con un'azienda agricola di 600 ettari di proprietà di uno dei più grandi gruppi agro-alimentari in Africa, il Gruppo Lesieur Cristal, a cui ne è seguito un altro per altri 400 ettari.

Ma la diffusione degli oliveti superintensivi marocchini è dovuta soprattutto a investimenti pubblici.

Infatti, nell'ambito di un progetto intergovernativo tra Marocco e Stati Uniti, sono stati piantumati 5280 ettari in una prima fase e altri 4840 ettari in un secondo momento.

Il progetto intergovernativo, chiamato Millennio, è co-finanziato al 50% da parte del governo degli Stati Uniti e del governo marocchino.

Il sostegno pubblico prevede l'impianto e lo sviluppo iniziale di migliaia di ettari nelle aree svantaggiate del Marocco. Dopo la fase di avvio, le piantagioni verrebbero frazionate, assegnando la manutenzione e gestione di piccoli appezzamenti agli abitanti locali, creando così occupazione.

Il business degli oliveti superintensivi in Marocco non sembra essere destinato a fermarsi visto che è in procinto di essere lanciato il bando di gara per Millenium II, per altre migliaia di ettari di oliveti.