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Maremoto al Coi: la Turchia scavalca anche l'Italia sulla qualità olearia

La nuova presidenza del Consiglio oleicolo internazionale molto attiva fin dai primi giorni del suo insediamento, tra bracci di ferro con il direttore esecutivo Barjol e una proposta shock: l'abolizione della categoria “olio d'oliva”

04 giugno 2014 | T N

Sono settimane molto intense quelle che sta vivendo il Consiglio oleicolo internazionale.

Dopo aver passato indenne, o quasi, il braccio di ferro con gli Stati Uniti, per nuovi standard commerciali, e poi affrontato la spinosa questione dell'olio lampante colorato con clorofilla a Taiwan, con il passaggio di consegne, la nuova presidenza turca si sta facendo subito notare per un decisionismo e proposte che hanno certamente rotto il tranquillo andamento dei lavori Coi.

Tra proposte di revisione dei metodi analitici, come su spettrofotometria, acidità, perossidi e polifenoli, spunta una proposta senza precedenti: quella di eliminare, o almeno rivedere la categoria commerciale “olio d'oliva”.

La delegazione turca ha posto all'attenzione del Coi la necessità di ridurre e semplificare le categorie commerciali dell'olio d'oliva. Secondo i turchi, infatti, è necessario evitare di indurre in errore i consumatori, utilizzando termini più descrittivi per indicare le caratteristiche del prodotto.

La proposta prevede l'eliminazione della possibilità di utilizzo delle tanto vituperate indicazioni “pure” e “light” (puro e leggero) sulle confezioni di olio e inoltre che tutti gli oli con acidità oltre il 2% siano classificati come lampanti. Al posto delle indicazioni “pure” e “light” la delegazione turca propone al Coi di introdurre le descrizioni “equilibrato” e “ad alta intensità di amaro e piccante”.

La proposta turca di una revisione delle categorie commerciali, in maniera così drastica, è stata accolta con freddezza da molti paesi, a partire da quelli nord africani, mentre caute aperture si sono registrate sulla regolamentazione delle definizioni "pure" e "light".

Sul tavolo delle delegazioni intervenute alla 22 sessione straordinaria del Coi anche l'elezione del nuovo direttore esecutivo. Il mandato di Jean Louis Barjol scade infatti a fine anno, con il direttore uscente che vorrebbe una riconferma per un altro anno, mentre la delegazione turca che punta su una sua sostituzione.

Decisiva sarà quindi la posizione dell'Unione europea, principale finanziatore del Consiglio oleicolo internazionale. E' quindi possibile che anche la poltrona di direttore esecutivo del Coi rientri nelle trattative in corso per le cariche nella futura Commissione e Parlamento europei.