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E se Deoleo si trasferisse in Gran Bretagna, vendendo Carapelli e Bertolli?
C'è aria di smobilitazione nel settore oleario spagnolo. Dopo Ebro Foods anche Dcoop annuncia di ritirarsi dal capitale Deoleo. Il fondo Cvc potrebbe salire oltre il 60% e avrebbe via libera al trasferimento della sede all'estero e alla vendita degli asset principali
13 maggio 2014 | T N
Le prossime date chiave per capire il futuro di Deoleo, colosso dell'olio d'oliva che controlla circa il 30% del mercato, saranno l'11 e il 12 giugno quando si riunirà l'assemblea degli azionisti.
Gli azionisti saranno chiamati a ratificare l'accordo raggiunto in consiglio di amministrazione per l'ingresso del fondo Cvc nel capitale sociale, inizialmente arrivando al 29,9%. In conseguenza di questa decisione dovrà anche essere variato lo statuto rispetto a membri e composizione del board di Deoleo. Gli azionisti, inoltre, dovranno approvare il trasferimento della sede sociale da Rivas Vaciamadrid a Córdoba.
C'è però preoccupazione e ansia in Spagna, nonché aria di smobilitazione da che anche Dcoop ha fatto sapere di voler vendere le sue quote in Deoleo. Con questa mossa il fondo britannico Cvc potrebbe salire ben oltre il 50% che si è prefissato, arrivando al fatidico 60%, soglia oltre la quale potrà anche variare la sede della società, portandola all'estero, e anche vendere gli asset principali della società, come i marchi Carapelli e Bertolli.
Nel frattempo Cvc accelera la propria presa sulla società e ha convocato, per mezzo della banca d'affari, JP Morgan gli istituti di credito finanziatori di Deoleo, tra i quali BNP Paribas, Credit Suisse, Societe Generale e Unicredit per rinegoziare l'esposizione.
La politica spagnola non ha fretta di intervenire.
Dopo un incontro tra il Ministro delle finanze iberico e i vertici di Cvc, come sottolineato dal presidente del fondo sovrano spagnolo Ramon Aguirre, non è emersa “nessuna volontà politica di intervenire nel capitale di Deoleo in autunno”.
Considerando la volontà della due banche andaluse di continuare a restare nel capitale sociale con il 15%, per arrivare al 41%, lo stato spagnolo dovrebbe investire non meno di 250 milioni di euro. Una cifra che non spaventa il presidente della Sepi, che ha riferito che il fondo può investire quanto necessario, ma resta il dubbio che il governo, che ha dato il via libera all'acquisizione di Deoleo da parte di Cvc, voglia intervenire nel settore.