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Ma il vino biologico è davvero così bio?
Un'indagine dell'associazione francese dei consumatori UFC-Que Choisir fa analizzare 92 campioni, nella fascia prezzo dai 2 ai 15 euro, scoprendo che i vini del sud sono i più contaminati ma tracce si riscontrano anche sui biologici
05 ottobre 2013 | T N
La rivista Que Choisir, magazine dell'associazione dei consumatori francese UFC, dà i voti ai vini dei compatrioti. Una classifica non stilata in base alla bontà ma in base alla salubrità e, più in particolare, sulla presenza di pesticidi.
A essere stati esaminati 92 campioni, provenienti da ogni areale francese, con pressi oscillanti dai 2 ai 15 euro. Vini di fascia media, quindi, con un elevato consumo ed elevate rotazioni nei supermarket.
Purtroppo i risultati non sono positivi visto che in tutti i campioni è stata trovata la presenza di tracce di fitofarmaci, con quantità che salivano nei vini del sud ovest.
Il Mouton-Cadet, annata 2010, ha il poco invidiabile primato di vino più contaminato. Sono state infatti riscontrate tracce di ben 14 molecole utilizzate in agricoltura. Probabilmente in quest'area, a causa del clima, si fa maggior uso di pesticidi. Meno in altre zone come la Provenza e la valle del Rodano.
Il dato più negativo, però, è che nessun vino sfugge. Anche i vini bio presentano tracce di pesticidi e in quattro su dieci sono stati rilevati livelli significativi di phthalimide fungicida che non è tuttavia considerato tossico per l'uomo.
Resta tuttavia lo smacco per i nobili vini francesi e in particolare quelli bio.
Nessun pericolo per l'uomo però, visto che i livelli di fitofarmaci rilevato era “infinitesimale”, al di sotto della soglia di tossicità, indicata dall'Efsa, però, per l'uva, non per il vino.
"Questa è l'ipocrisia – ha dichiarato Alain Dourthe, direttore dell'UFC – I limiti sono stati studiati e valutati anche per il vino. L'Efsa ha tutti i dati ma le lobby si oppongono alla loro applicazione. Eppure è una necessità. Alcuni paesi come il Canada, il Giappone, la Svizzera e gli Stati Uniti li hanno già da lungo tempo”.
Secondo un sondaggio condotto dall'Institut de Veille Sanitaire i francesi hanno tre volte maggiori probabilità rispetto agli americani di essere esposti a determinati pesticidi. Inoltre , il 13% delle donne presentano soglie critiche per alcune molecole organiche persistenti nel corpo umano. E questo, nel lungo periodo, potrebbe rivelarsi un pericolo poiché, all'accumulo di queste sostanze, è associato lo sviluppo del cancro e di malattie neurodegenerative.