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Futuro grigio e bigio per la Spagna oliandola

L'estate si è chiusa con una serie di record negativi che non fanno ben sperare per l'imminente campagna olearia

03 settembre 2011 | T N

In agosto il mercato dell'olio è stato fermo, ancor più immobile che negli anni passati, con un calo delle operazioni del 54% nella settimana 6-12 agosto e prezzi in discesa.

L'extra vergine ha perso il 2,27% a 1,9 euro/kg, il vergine l'1,53% a 1,74 euro/kg e il lampante lo 0,73% a 1,63 euro/kg.

Se può sembrare riduttivo esaminare una sola settimana, è sufficiente esaminare un altro dato, più ampio. Dal 12 luglio al 12 agosto i volumi scambiati sono stati sotto le 25mila tonnellate, in cale del 53% rispetto al mese precedente.

Gli operatori cercano di vedere positivo per la prossima campagna olearia e la crescita delle vendite del 7%, per un venduto totale di 1.027.400 tonnellate, è certamente positivo, specie se si considera l'aumento dell'export che ha superato le 600mila tonnellate.

Tuttavia l'incertezza e la preoccupazione rimane, perchè le scorte sono altissime, e ammontano a 808.600 tonnellate a fine giugno, il 21% in più rispetto alla media delle quattro stagioni precedenti.

Questa mare d'olio è suddivisa tra i frantoi (638.800 tonnellate) e 169.800 tonnellate in mano a confezionatori, raffinerie e altri operatori, anche questo un dato di gran lunga superiore rispetto alla scorso anno.