Mondo

La Spagna olivicola si mobilita: quattro manifestazioni in un mese

Dopo la grande mobilitazione di Jaen del 18 marzo, a seguire vi saranno Cordoba, Toledo e Merida. Si chiede con forza l'attivazione della misura di ammasso privato e sanzioni contro la grande distribuzione

19 marzo 2011 | Graziano Alderighi

Olivicoltori, frantoiani, rappresentanti delle cooperative olivicole. Tutti scendono in piazza, uniti, in Spagna, per rivendicare un sostegno al settore che vive una crisi profonda.

La prima manifestazione si è tenuta a Jane, il 18 marzo, a seguire vi saranno Córdoba (1 aprile), Toledo (15 aprile) e Merida (29 aprile).

“Siamo convinti che, in ogni regione, avremo una risposta massiccia – ha dichiarato Sanchez de Puerta, responsabile dell'unione delle cooperative che ha indetto le manifestazioni – occorre intervenire a sostegno del prezzo che è ormai vicinissimo alla soglia fissata dall'Ue per attivare l'ammasso privato.”

Per i produttori, infatti, il fatto che il prezzo non abbia ancora raggiunto i 1,79 euro/kg, soglia al di sotto della quale la misura può essere attivata, è solo una scusa politica.
Sebbene l'ammasso privato sia solo una misura di "breve termine", per i produttori spagnoli, occorre un sistema di rivisitazione del prezzo-soglia a cadenza annuale e che l'ammasso privato possa essere attivato automaticamente, non da decisioni politiche in cui i paesi produttori di olio sono in minoranza.

Ma l'ammasso privato è solo la richiesta più immediata e nota. Dietro le manifestazioni c'è ben altro: una crescente insofferenza per lo strapotere della grande distribuzione.

Il primo a esprimersi a tal proposito è stato Miguel Lopez, segretario Coag (unione del proiduttori spagnoli) che ha dichiarato come devono essere sanzionate le vendite sottocosto e altre pratiche “abusive” che ledono l'immagine dell'olio d'oliva.

Dello stesso parere anche il presidente della ASAJA, Pedro Barato, che ha insistito sul fatto che le catene "impongono le condizioni di vendita", mentre il capo di UPA, Lorenzo Ramos, ha sottolineato che i produttori sono "ostaggi" di un "dominio".

Per le associazioni dei produttori, infatti, la grande distribuzione, senza efficaci controlli, è in grado di controllare il mercato e prezzi con risultato di non giungere mai al livello soglia per far scattare la misura di ammasso privato ma rimanendo su quotazioni molto basse. Un fatto che danneggia gravemente il settore olienadolo.

Continuando di questo passo, rivendicano le associazioni olivicole spagnole, presto il settore dell'olio d'oliva si troverà nella stessa situazione di quello dello zucchero e non per proprie carenze strutturali ma in ragioni di influenze esterne.