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L’uomo e il cane. Storia di un’antica alleanza

Un libro di Vittorino Meneghetti recensito da Alfonso Pascale. Avrà voglia la cinofilia ufficiale di rivitalizzare in forme moderne la tradizione pastorale e contadina per riprodurre di nuovo ottimi cani utili all’uomo?

18 settembre 2010 | Alfonso Pascale



Dalla comparsa del "Canis familiaris", in età paleolitica, ai cuccioli di compagnia di oggi, l’Autore ripercorre la storia della millenaria amicizia tra l’uomo e il cane, facendo propria la recente e rivoluzionaria teoria dei coniugi Coppinger basata sull’auto-addomesticamento: non sarebbe stato l’uomo ad addomesticare alcuni lupacchiotti, bensì un gruppo di lupi, per sopravvivere, si sarebbe spontaneamente avvicinato ad un insediamento mesolitico umano e avrebbe iniziato a cibarsi di rifiuti alimentari abbandonati dall’uomo, generando così la specie del cane domestico.

Per spiegare le molteplici doti naturali di questo animale, il libro racconta come il patrimonio genetico dei cani da utilità si sia formato nella grande epoca delle transumanze avventizie e degli antichi mestieri da essi svolti. Da un secolo a questa parte, però, tale patrimonio è messo a repentaglio dai nuovi criteri di selezione adottati per le esposizioni di bellezza e per le prove sportive. Avrà voglia la cinofilia ufficiale – collegandosi con il mondo agro-zootecnico - di rivitalizzare in forme moderne la tradizione pastorale e contadina e gli antichi mestieri per riprodurre di nuovo ottimi cani utili all’uomo e salvaguardare così questo grande patrimonio dell’umanità?



Vittorino Meneghetti, L’uomo e il cane. Storia di un’antica alleanza, Mursia Editore, 2010, pp. 240, € 15