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Libri per l'estate / 2. Saggi (leggeri, o quasi) sotto l'ombrellone
Per chi ama riflettere anche in vacanza, segnaliamo alcuni titoli in parte destinati a chi non vuole in nessun caso perdere il buon umore e a in parte invece a chi ha la naturale vocazione ad arrabbiarsi
18 luglio 2009 | T N
I SAGGI PER CHI NON VUOL PERDERE LA SERENITA'...
Massimiliano Virgilio, Porno ogni giorno. Viaggio nei corpi di Napoli, Laterza
C'è una città che meglio di altre rappresenta cosa sta diventando il nostro paese. Tra cocaina che scorre a fiumi, centri commerciali ipertrofici, cantanti neomelodici, ragazzi obesi che vestono come i tronisti di Maria De Filippi e tonnellate di spazzatura in decomposizione, oggi Napoli è la capitale pornografica della nazione, laboratorio di un capitalismo fallimentare. La verità è che, sotto gli occhi di tutti, Napoli sta deteriorandosi, dissipando il suo patrimonio culturale, rovinando il suo dialetto, abitata com'è da masse quotidianamente pornografiche, abbrutite dalla tivvù, cui spesso mancano gli strumenti basilari della comunicazione. "Quando parlo di città quotidianamente pornografica non mi riferisco all'etimo greco della parola pornografia. Mi riferisco alla manifestazione esplicita e di routine da parte di masse di napoletani - non necessariamente di atti sessuali, né di nudità - di comportamenti sociali corrivi, che ammiccano all'atto sessuale e alla nudità , senza distinzione di genere. Quando è iniziato tutto ciò? Quando Napoli ha iniziato a essere un luogo di mille pornografie di contorno alla monnezza e alla criminalità , considerate i principali film a luci rosse che da decenni vengono proiettati in città ? Quando abbiamo iniziato a separare il nostro immaginario da quello del resto del paese? Ripenso a tutto e nonostante mi sforzi di trovare una risposta complessa mi viene da pensare che Napoli, in fondo, è una città semplice."
Marc Augé, Il bello della bicicletta, Bollati Boringhieri
Nel 1948 esce nelle sale "Ladri di biciclette" di Vittorio de Sica. Passerà appena un anno e Fausto Coppi, trionfatore in sella alla sua Bianchi di Giro d'Italia e Tour de France, diventerà l'eroe dell'epopea moderna celebrato da Roland Barthes. Ed è proprio nel clima di devastazione e speranza, di distruzione e rinascita dell'immediato dopoguerra che si impone il mito contemporaneo della bicicletta, un mito oggi forse maturo per trasformarsi in utopia ecologista e democratica. Augé analizza lucidamente il "nuovo umanesimo dei ciclisti", che annulla le differenze di classe, induce all'uguaglianza, riconduce l'esistenza nelle nostre città a tempi e ritmi più sostenibili, trasforma le vie urbane in spazi da scoprire con la cadenza regolare della pedalata e riapre così le porte, in ultima analisi, al sogno e all'avvenire.
Marino Niola, Si fa presto a dire cotto. Un antropologo in cucina, Il Mulino
Perché gli Italiani mangiano la pasta al dente? La "tempura" è davvero un'invenzione giapponese? Perché la pizza ha conquistato il mondo? E perché il sushi ha conquistato noi? E cosa c'entrano il baccalà con il Concilio di Trento e il caffè con la nascita delle compagnie di assicurazioni? Sono alcuni degli argomenti affrontati da questo libro. Tradizioni gastronomiche, modi di cuocere il cibo, maniere di comportarsi a tavola, passioni, repulsioni, valori estetici, tipicità , territori, sono altrettanti specchi del rapporto che gli uomini hanno con se stessi e con gli altri, con la propria terra, con la propria identità . L'espresso, il ragù, i tortellini, il pomodoro, la zucca, la mozzarella, il culatello, il baccalà , il parmigiano, la cassata sono molto più che semplici "gourmandises". Sono particolari decisivi di quel grande affresco che è la nostra storia vista attraverso gli usi e consumi dell'"homo edens".
... E I SAGGI PER CHI HA LA VOCAZIONE AD ARRABBIARSI
Stefano Livadiotti, Magistrati. L'ultracasta, Bompiani
Tutti i segreti di Vostro Onore e del suo Eldorado di privilegi. I meccanismi di carriera a prova di somaro. L'assenteismo da uffici del catasto. Gli stipendi, le indennità e i gettoni da nababbo. Il trucco della scala mobile mai abolita. I guadagni extra garantiti dalla politica e dalle imprese. Lo scandalo delle ferie lunghe come a scuola. Gli intrighi correntizi nelle segrete stanze del Csm, dove un mese di lavoro dura tre settimane. I verbali delle sentenze burla della sezione disciplinare, che assolve anche chi dimentica un detenuto in galera. I dati shock sulla giustizia più costosa e inefficiente del mondo occidentale. Dove toga che sbaglia non paga mai. Nome per nome, cifra per cifra, quello che nessuno ha mai osato raccontare sulla madre di tutte le caste. La più temuta. Lottizzata. E pericolosa.
Alberto Statera, Il termitaio. I signori degli appalti che governano l'Italia, Rizzoli
Le storie di maggiore interesse partono in provincia: è lì che, se si ha voglia di indagare, appare in tutta la sua evidenza, a destra come a sinistra, la questione immorale, l'essenza di un Paese alla deriva. E' lì che domina un'altra casta, che viene ancor prima della politica e che anzi manipola e corrompe a piacimento i politici. E' la casta dei "signori degli appalti", quelli che delle aste e dei concorsi truccati hanno fatto una scienza, e che le mani sulle città le hanno messe da un pezzo e non intendono toglierle. E' un intreccio di cemento, finanza e banche, burocrazie complici, massonerie, consorterie, comitati d'affari. Date queste premesse, in Italia, il federalismo è un'illusione, anzi un incubo: è sinonimo di corruzione e spartizione ed è la scuola dove si impara un codice antietico che travolge qualunque educazione istituzionale. Il libro di Statera fa esplodere gli scandali soffocati, e ci mette sotto gli occhi una realtà nauseabonda a cui un Paese civile dovrebbe ribellarsi.
Elisabetta Ambrosi e Alessandro Rosina, Non è un paese per giovani. L'anomalia italiana: una generazione senza voce, Marsilio
Da sempre sono i giovani la parte più dinamica di una società : sono loro a travolgere le barriere della tradizione, a proporre inedite letture della realtà . Eppure in Italia, per le nuove generazioni, questo non vale. Scopertesi improvvisamente "rapinate" del proprio futuro, non accennano a reagire. Il conflitto generazionale è disattivato. Manca la spinta al rinnovamento e la società rimane rigida, poco reattiva davanti alle grandi sfide. Gli autori analizzano senza sconti le responsabilità di due generazioni, in modo diverso protagoniste in negativo dell'Italia di oggi. Padri che monopolizzano spazi e risorse disponibili, senza curarsi del bene comune; figli che dipendono morbosamente dalla famiglia, senza coraggio né capacità di immaginare un futuro diverso: sono alcuni dei motivi che rendono l'Italia un paese che non cresce, dove i giovani hanno scarso peso e poca voce. Sullo sfondo un interrogativo ineludibile: è ancora possibile, per i figli, un pieno riscatto o appare sempre più concreta l'inquietante ipotesi di un "salto di generazione"?
Piero Ostellino, Lo stato canaglia. Come la cattiva politica continua a soffocare l'Italia, Rizzoli
"Viviamo, si dice, in un Paese libero. Nulla di più falso: oggi in Italia tutto è vietato tranne ciò che è esplicitamente consentito. Da Nord a Sud, i cittadini si trovano ostaggio di uno Stato potentissimo, a cui un'infinità di regolamenti e decreti, imposte e balzelli permette di infiltrarsi in ogni recesso della vita quotidiana: dalle leggi sulla procreazione a quelle sulla prostituzione, dai meandri della giustizia all'autovelox. Un'Entità che governa, senza averne delega, la nostra esistenza ma che è nel contempo abbastanza debole da trovarsi nelle mani di una oligarchia incolta e becera, seppure voracissima. Intanto, nell'economia gravata dalla crisi, dilagano le distorsioni del mercato, dal canone televisivo alla vicenda Alitalia, passando per "liberalizzazioni" che sono solo una cortina di fumo di dirigismo e demagogia. A fare le spese di provvedimenti di salvataggio che a stento nascondono le eterne logiche di interesse, al solito, è il cittadino tassato e vessato, inibito nelle sue libere iniziative." In questa spietata analisi del declino culturale, politico ed economico italiano, Piero Ostellino presenta una preoccupante carrellata di nomi, fatti e dati. Denuncia la latitanza del pensiero liberale, asfissiato da collettivismo e corporativismo. Torneranno mai in Italia le idee, e le prassi, dell'autonomia, della responsabilità individuale, della certezza della pena? La risposta è un durissimo j'accuse rivolto alla pessima politica cui permettiamo di governarci.
Sossio Giametta, Introduzione a Nietzsche. Opera per opera, Bur Rizzoli
Tutti i saggi introduttivi di Sossio Giametta alle opere del filosofo tedesco. Il pensiero di Nietzsche è esplosivo, come dinamite ha fatto saltare certezze e stabilità , e ha aperto interrogativi drammatici, ancora privi di risposta. I saggi di Sossio Giametta mostrano in che modo Nietzsche persegua, attraverso uno scetticismo profondo e sconvolgente, l'ideale dell'indipendenza umana e l'educazione di sé e degli altri alla grandezza, rivestendo di alta poesia la multiforme tragedia del vivere; ma anche in che modo egli, sotterraneamente sospinto dalle correnti dell'epoca, per combattere la decadenza nel suo aspetto morboso-estetizzante sviluppi l'altra sua faccia, quella della violenza, accelerando la crisi involutiva della civiltà cristiano-europea giunta al tramonto.
Zygmunt Bauman, L'arte deloa vita, Laterza
Il primo "must" della società liquido-moderna è la ricerca della felicità , dovere morale che siamo abituati a considerare il primario scopo dell'esistenza. Apprendere l'arte di essere felici e forgiare la vita come fosse il capolavoro di quell'arte è compito e privilegio di ciascuno di noi; il risultato è solo una nostra responsabilità . Ma davvero fallimenti e successi dipendono esclusivamente da scelte individuali? Che dire delle influenze che la società esercita sulle traiettorie esistenziali? E come si misura una vita riuscita? I messaggi pubblicitari suggeriscono una risposta univoca: felicità è spendere, e "artista della vita" di successo è chi ha i mezzi per vivere alla grande, facendo surf sulle infinite possibilità del continuo cambiamento. Eppure le ricerche dimostrano che il tasso di felicità di un paese non cresce con la ricchezza. Diceva Robert Kennedy: "Il Pil misura tutto, tranne quello che rende la vita degna di essere vissuta".
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