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LE FIGURE DEL DESIDERIO

L’italiana nell’immaginario del mondo è l’incarnazione della bellezza e della seduzione, il distillato della femminilità

20 novembre 2007 | T N

More, morbide, sensuali, madri e amanti insieme, provocanti ma solidamente attaccate alle tradizioni, le italiane hanno costituito per il mondo un ideale di femminilità che contrasta con l’immagine moderna delle donne del Nord Europa e degli Stati Uniti.

Le belle contadine ammirate dagli scrittori stranieri del primo Ottocento, le prime incarnazioni simboliche della nascente nazione, le primedonne del teatro e le star del cinema come la Lollobrigida, la Loren, la Cucinotta e la Bellucci, hanno tutte rappresentato un modello di fascino e armonia e un desiderio di naturalezza e di vita dolce. Sono soprattutto le fantasie maschili e le resistenze di molti all’emancipazione femminile ad aver alimentato un mito che ha resistito fino ai nostri giorni. Ma la bellezza serve a molte cose.

È una bandiera di identità, un terreno di dibattito e di confronto politico, uno strumento di propaganda e di richiamo, un criterio di selezione e di divisione, un palcoscenico e una fonte di lucro. La sua storia intessuta di nostalgie è fatta di astuzie femminili oltre che di intenti patriarcali.

La bellezza è un tema attuale la cui storia si intreccia con quella della nazione italiana fin dai tempi del Risorgimento, passando attraverso la belle époque, il fascismo, la guerra fredda, gli anni della contestazione e la crisi della prima Repubblica. Stephen Gundle ci accompagna in un viaggio attraverso aspetti nascosti ma importanti della nostra cultura per gettare nuova luce su chi siamo e come ci vedono gli altri.

Sthepen Gundle, Figure del desiderio. Storia della bellezza femminile italiana, Laterza, pp. 512, euro 22