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FUOCO, FUOCHINO, FUOCHERELLO. UN’APPASSIONANTE STORIA ALLA RICERCA DEL COLPEVOLE

Un giallo appassionante e travolgente quello di Laura Toscano, la mamma del Maresciallo Rocca e di Commesse, per le infinite combinazioni caleidoscopiche che l’autrice riesce a creare nella narrazione. Il lettore è trascinato nella storia, ne diviene quasi complice impotente perché sa, ha dei sospetti, ma non può profferire parola

28 aprile 2007 | Antonella Casilli

Antonella Casilli vista da Filippo Cavaliere de Raho

Laura Toscano, la mamma del “Maresciallo Rocca ” e di “Commesse” è tornata.
E’ di questi giorni il romanzo “La madre indegna” pubblicato per i tipi di Mondadori nella collana “Omnibus”.

Elemento caratterizzante della Toscano sceneggiatrice quanto della scrittrice è la ricerca antropologica che utilizza nella narrazione, la sua capacità di raccontare con un narrare che, parola dopo parola, travolge il lettore, incantato da questo caleidoscopio dalle combinazioni infinite di giallo in tutte le sue espressioni e sfumature.
Lo trascina nella storia, è portato a viverla intensamente, ne diviene quasi complice impotente perché sa, ha dei sospetti, ma non può profferire parola, deve pazientemente attendere l’evolvere degli eventi e solo allora capisce che non esiste una verità unica ed assoluta ma ciò che assume rilievo è come ci si arriva, il percorso che si compie per raggiungerla.
Ma veniamo alla storia.

In un caldo giorno d’estate del 1948, viene trovato morto, nella sua casa Leonardo Cerruti, ricco albergatore dal misterioso passato. Incaricato delle indagini è il vice commissario Emilio Ravasco. Ricostruire la storia di Leonardo vuol dire venire a contatto con i personaggi che la sua vita l’hanno vissuta da co-protagonisti.
In particolare due donne la ricca e fiera moglie Livia Tenasi e la squattrinata e astuta amante Lucia Mainardi, una donna che, Ravasco lo capisce subito, col suo “racconto pacato, toccante, che solo al termine aveva sfiorato la ragione del suo essere lì cioè il rapporto con la vittima (…) lo portava lontano. Forse volutamente. Riflettendoci tornò a convincersene”.

Lucia parla, dice poco e moltissimo, racconta, condisce con digressioni che portano alla luce il fastoso passato della città prima della guerra , l’opulenza del Grand Hotel del quale Ravasco, genero del titolare, ne è direttore.
E’ lì che la povera sperduta bambina vede per la prima volta Leonardo, uomo già fatto e se ne innamora perdutamente.
Il racconto di Lucia serve a sviare le piste ed indebolire tutti i moventi, facendo tornare Ravasco ad una confusione che in assenza di intuizioni lo portava “più a seguire il dettaglio dei fatti che la loro visione d’insieme”.
Capisce, allora, Ravasco che è importante entrare nella quotidianità di Lucia, capire perché si sia lasciata alle spalle il mondo di fate e streghe, come lo chiama lei, per guardare il mondo attraverso gli occhi mongoli di un figlio senza padre, senza certezze su chi possa essere. Almeno per
Ravasco, ed il lettore alle sue spalle, continuamente confuso da segretezza da fuggiasca e solare loquacità.



Laura Toscano, La Madre indegna, Mondadori, pp. 221, euro 17