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A PIEDI PER LA BOSNIA DURANTE LA RIVOLTA

Un libro del noto archeologo Arthur J. Stevens pubblicato per le edizioni Spartaco. Nelle vesti di un insolito viaggiatore a piedi, alla scoperta dei Balcani, proprio quando stava per scoppiare nel 1875 una vasta ribellione di contadini che sfociò in una guerra civile lunga tre anni

04 giugno 2005 | T N

Nel luglio e agosto 1875 un insolito viaggiatore inglese percorreva la Bosnia-Erzegovina a piedi: era il giovane Arthur J. Evans che – poco più che ventenne e non ancora celebre come il grande archeologo che rinvenne il palazzo di Cnosso nel 1894, e con esso la civiltà cretese-micenea – intanto "scopriva" i Balcani, dove si sarebbe poi fermato a lungo in veste di giornalista, archeologo e viaggiatore.

In quel momento la Bosnia si trovava alla vigilia di uno dei più grandi sconvolgimenti sociali e politici della sua storia: alla fine dell’estate 1875 scoppiò una vasta ribellione di contadini, in prevalenza ortodossi ma non di rado anche musulmani e cattolici, dando inizio a una guerra civile lunga tre anni che – per le sue dimensioni tragiche – ricorda quella che ha travolto la Bosnia negli anni 1990. La Bosnia fece così la sua comparsa sulla scena politica internazionale; in seguito alla rivolta, nel 1878, passò sotto il controllo dell’impero austro-ungarico, per rimanervi fino all’attentato di Sarajevo e lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel 1914.

Evans stese un avvincente resoconto di quell’estate bosniaca del 1875, che fu pubblicato nel 1876; ci racconta, tra l’altro, i primi due mesi di disordini, svolgendo una sottile indagine sulla rivolta per scoprirne le cause più profonde. L’analisi dei rapporti etnici, religiosi e culturali esistenti nell’area, oltre a presentare al lettore una possibile chiave di lettura per interpretare gli eventi del 1875, offre anche uno sguardo perspicace sulla complessa realtà bosniaca di fine Ottocento.

La presente traduzione riprende solo alcune parti della voluminosa edizione originale, finora del tutto inedita in Italia. La scelta è caduta sui brani che offrono, da un lato, i risultati dell’indagine di Evans sulla rivolta, mentre dall’altro mettono in luce l’abilità di questo viaggiatore-scrittore nel captare con strabiliante acutezza una realtà per lui nuova, con notazioni archeologiche, antropologiche e storico-architettoniche.

Nella breve prefazione, la curatrice offre alcune notizie per un miglior inquadramento dei brani, sottolineando in particolare alcune osservazioni di Evans a proposito delle affinità esistenti tra i diversi gruppi etnici della Bosnia che, qualora privilegiate a scapito delle differenze, potrebbero costituire la base di buoni rapporti di vicinato; sono indicazioni ancora valide e che oggi potrebbero offrire un contrappeso alle estraniazioni reciproche dei croati, serbi e bosniaci, in seguito alle guerre del 1992-1995 e nell’attuale convivenza postbellica, sempre più difficile e problematica. Questi spunti sono ripresi e approfonditi dalla curatrice nel suo saggio pubblicato a mo’ di postfazione, dove si presentano e si discutono anche la percezione e la rappresentazione della Bosnia nell’Europa occidentale, sulla base dei più recenti studi sull’Altro balcanico.



Arthur J. Evans, A piedi per la Bosnia durante la rivolta. Scritti 1944-1945; introduzione, traduzione e saggio finale di Neval Berber; collana Il Risveglio; pagine 210, euro 12,00