Italia

Agricoltura: è crisi profonda

Il valore aggiunto agricolo segna un calo congiunturale del 2,7% e una lieve crescita tendenziale, che, però, non compensa minimamente il crollo registrato nel 2009

11 settembre 2010 | T N

“Il calo del valore aggiunto agricolo, che si contrappone ad una crescita, in termini congiunturali, di quelli dell’industria e dei servizi, conferma palesemente le gravi difficoltà del settore primario, sempre più alle prese con un calo produttivo, con una forte crescita dei costi e con un crollo dei prezzi praticarti sui campi. Una situazione di piena emergenza. Servono misure immeditate e straordinarie a sostegno delle imprese, molte delle quali, davanti al completo disinteresse del governo nei loro confronti, rischiano di cessare l’attività”. Lo ha sostenuto il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi commentando i dati dell’Istat sull’andamento del Prodotto interno lordo (Pil) nel secondo trimestre del 2010.

“La crisi dell’agricoltura è ormai sotto gli occhi di tutti. E il governo non può continuare ad ignorare le difficoltà degli agricoltori. I dati dell’Istat -aggiunge Politi- lo dimostrano senza ombra di dubbio. Il valore aggiunto agricolo ha segnato, in termini congiunturali, un drastico calo (meno 2,7 per cento rispetto ai precedenti tre mesi) e un lievissimo aumento (più 0,4 per cento) nei confronti dello stesso periodo del 2009. Incremento che, però, non compensa minimamente la caduta registrata nello scorso anno (meno 5,2 per cento). Problemi confermati anche dalle stime sull’annata agraria 2010 che vede una produzione in calo (meno 2 per cento), un’ulteriore flessione tra il 3 e il 4 per cento dei prezzi all’origine, un calo del 2,5 per cento degli investimenti, una contrazione tra il 5 e il 7 per cento dei redditi dei produttori, mentre i costi di produzione dovrebbero avere una crescita vicina al 4 per cento”.

“Tutto ciò è, purtroppo, la prova tangibile che -avverte il presidente della Cia- gli agricoltori vivono uno dei più difficili momenti degli ultimi trent’anni. Le imprese agricole mostrano, sotto il profilo strutturale, problemi complessi per recuperare margini di efficienza ed a produrre reddito da destinare ai consumi, all’innovazione ed agli investimenti. Pesano ed aggravano questo scenario, da un lato, l’aumento dei costi produttivi, contributivi e burocratici, la caduta verticale dei prezzi all’origine e, dall’altro, le difficoltà di accesso al credito che penalizzano maggiormente le imprese che hanno investito in innovazione e qualità”.

“Serve -rileva Politi- un cambiamento di rotta, una svolta positiva per un’agricoltura che non può restare impantanata in una crisi complessa che rischia di gettare nel baratro tantissime imprese. C’è l’esigenza di un vero progetto di sviluppo, di immediati interventi, di politiche propulsive al fine di dare reali certezze e prospettive concrete ai produttori”.