Italia

Si accende la polemica sull’Autorità nazionale per la sicurezza alimentare

Sfumata l’ipotesi Foggia e di creare un organismo a sé. Il governo ha deciso la creazione del Segretariato nazionale della valutazione del rischio della catena alimentare presso il Ministero della salute

22 maggio 2010 | Graziano Alderighi

La normativa comunitaria sulla sicurezza alimentare, prevista dal regolamento (CE) n. 178/2002, che istituisce l'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), ha imposto agli Stati membri l'individuazione di un punto di contatto con l’Efsa, ovvero l’ente europeo per la sicurezza alimentare, che ha sede a Parma.

Precedenti governi avevano previsto l’istituzione di una apposita autorità italiana per la sicurezza alimentare e l’ex Ministro De Castro ne aveva individuato la sede a Foggia.

Il governo in carica, viste anche le attuali ristrettezze economiche, ha deciso diversamente istituendo il Segretariato nazionale della valutazione del rischio della catena alimentare presso il Dipartimento della sanità pubblica veterinaria del Ministero della Salute.

“La cancellazione dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza Alimentare non è frutto di un errore tecnico, come volevano sostenere alcuni colleghi della maggioranza, ma una precisa volontà politica.” Lo dice Colomba Mongiello, senatrice del Partito Democratico,.
“È evidente che si tratta” dice la Mongiello “di un vergognoso sopruso consumato ai danni della città di Foggia, del territorio della Capitanata, della Puglia, dell’intero Mezzogiorno.
“Il vero scandalo, però” prosegue l’esponente del Pd “è l’esplicita e irridente violazione delle prerogative del Parlamento. Il Governo ha deciso di non dar seguito ad un provvedimento votato da Camera e Senato, cancellando con atto amministrativo i deliberati del Parlamento della Repubblica, distogliendo senza autorizzazione e senza comunicazione i fondi che a quel deliberato erano connessi.
“Indignata e sconcertata di fronte a tanta arrogante spregiudicatezza, e nel ribadire la mia totale adesione alle giuste manifestazioni di protesta che si vanno organizzando sul territorio senza distinzione di colore politico, chiedo ai presidenti dei due rami del Parlamento di levare alte e chiare le loro voci a difesa della dignità delle Camere, calpestata ed offesa da questo comportamento.”