Italia
Ma quanto è buona l’uva da tavola!
Tanto buona da venir voglia di sfogliarla, pagina dopo pagina. L’occasione viene dal libro, fresco di stampa, di Bayer CropScience. Sono oltre 170 i milioni di quintali d’uva prodotta nel mondo, 13 dei quali in Italia, paese leader europeo per produzione ed esportazione
24 aprile 2010 | C. S.
Ad aprire lâincontro di presentazione del volume a Bari, lo scorso 20 aprile è Federico Castellucci, direttore Generale dellâOrganizzazione Internazionale della Vigna e del Vino â OIV, il quale allâevento dal titolo âValori e valore dellâuva italianaâ, ha presentato numeri che mettono lâItaia al centro dellâattenzione mondiale per il suo ruolo strategico nel settore dellâuva da tavola.
âEâ certamente un onore avere avuto lâincarico di fare la presentazione del volume Lâuva da tavola, continua Castellucci, e questo per la grande qualità e lâaccessibilità , pur nellâalto livello scientifico dellâopera, di tutta la collana Coltura & Cultura che Bayer CropScience ha avuto il grande merito e la lungimiranza di voler dare alle stampe e far progredire. Tanti autori, tutti di alto rilievo scientifico, moltissimi dei quali contribuiscono, quali esperti delle rispettive delegazioni nazionali, ai lavori dellâOIV.â
âIn un momento economico difficile per lâuva da tavola italiana afferma Frank Terhorst, amministratore delegato di Bayer CropScience in Italia, intendiamo rinnovare la fiducia su questo importante settore meridionale che rappresenta un fiore allâocchiello del âmade in Italyâ in tutto il mondo. Bayer Cropscience da oltre 100 anni offre allâagricoltura italiana lâinnovazione tecnologica della protezione delle colture, frutto della sua riconosciuta attività di ricerca, ed unâorganizzazione capillare di agronomi che opera sul territorio a stretto contatto con il sistema produttivo. Ma il nostro impegno non si ferma qui, prosegue Terhorst, in risposta alla pressante domanda del consumatore sui temi della sicurezza alimentare e della tutela dellâambiente, continua la nostra volontà di contribuire a comunicare i valori dellâagricoltura vera. In questa direzione va âColtura & Culturaâ, progetto di condivisione e di divulgazione delle migliori conoscenze giunto con il volume Lâuva da tavola al decimo traguardo.â
In Italia lâuva da tavola è coltivata nelle regioni meridionali, dove trova lâhabitat più adatto in alcune aree particolarmente vocate per condizioni pedoclimatiche e per la presenza di manodopera specializzata, nonché di operatori commerciali di consolidata esperienza, svolgendo un ruolo fondamentale in termini sia economici sia sociali. La concentrazione territoriale della coltura è evidente, se si considera che dei circa 67.000 ettari registrati in Italia nel 2008, il 93% si trova in tre sole regioni: Puglia, Sicilia e Basilicata, con la prima che copre il 66% dellâintera superficie vitata nazionale.
âMa il valore dellâuva da tavola italiana ha affermato Donato Antonacci, coordinatore scientifico dellâopera insieme ad Attilio Scienza, si deve alla combinazione delle forze della natura e dellâuomo, dimostrazione di una âvocazioneâ, data da clima, orografia e suolo, che lâuomo ha reso produttiva, applicando metodi e mezzi colturali adatti a questa realtà ambientale, creando così lâattuale agrosistema. Un paesaggio evolutosi negli anni con lâattività dei ricercatori e dei viticoltori che, in un contesto internazionale caratterizzato da una sempre più accentuata concorrenza, hanno lavorato per offrire al mercato un prodotto fresco per 8 mesi allâanno: varietà di uve con grandi chicchi, succose e croccanti, che sono le tre caratteristiche preferite dai consumatori, come emerge da una recente indagine inedita, presentata nel volume. Lâuomo accelera i processi degradativi naturali del suolo, attraverso la frantumazione di rocce calcaree, realizzando un substrato ideale per la coltivazione dellâuva da tavola: la lenta e continua cessione nel tempo del calcio dalla roccia consente infatti allâacino di avere il giusto contenuto di elementi che ne garantiscono la tanto apprezzata croccantezza. Inoltre la capacità del viticoltore di adeguare la produzione alle potenzialità dellâambiente e la cura manuale di ogni grappolo rendono le sue uve gradite al consumatore. E non dimentichiamo continua Antonacci che ogni acino dâuva contiene in ogni sua parte, dalla buccia, alla polpa, ai semi, una specie di âmini farmaciaâ: ricco in minerali, soprattutto ferro, calcio e potassio, vitamine, polifenoli, dotati di elevata capacità antiossidante in grado di stabilizzare i radicali liberi, e flavonoidi che hanno numerosi effetti benefici sulla salute.â
Lâuva che mangiamo, quindi, è la sintesi delle caratteristiche delle varietà , dellâambiente in cui si coltivano e di tutte le attenzioni dei viticoltori italiani.
âE un grappolo dâuva ha una tale forza simbolica sia pagana sia cristiana da andare al di là della semplice rappresentazione di un frutto, ha dichiarato Attilio Scienza inizialmente destinato alle mense dei ricchi fino al Medio Evo, con lâetà moderna lâuva a tavola esce dai giardini dei signori, divenendo nellââ800 oggetto di una coltivazione industriale, non solo destinata allâautoconsumo o al commercio locale. Lâuva ha sempre rappresentato sulle tavole lâallegoria della ricchezza, e ancora oggi non può mancare a fine anno come simbolo benaugurale di salute, benessere e prosperità . Inoltre, a differenza del vino, lâuva da tavola è apprezzata da tutti, superando ogni barriera culturale e religiosa.â
âIl volume Lâuva da tavola, frutto dellâesperienza di 85 grandi esperti del mondo della scienza, della produzione e della comunicazione, la realizzazione di questo importante momento dâincontro e la presenza di tanti giornalisti afferma Renzo Angelini, direttore Technical Management & Communication di Bayer CropScience in Italia vogliono accendere un faro su questo importante alimento, affinchè il consumatore possa conoscere gli aspetti unici del prodotto italiano e apprezzarne la bontà e il valore salutistico, riconoscendo la fatica dei produttori che, 365 giorni allâanno, si dedicano allo sviluppo dellâuva da tavola, riuscendo a legare la tradizione con lâinnovazione.â
La collana âColtura & Culturaâ vanta oggi la collaborazione di 490 autori che, oltre a proseguire lâattività editoriale sulle filiere strategiche italiane, contribuiranno alla divulgazione della conoscenza dellâagricoltura vera e alla realizzazione di âMagisâ, progetti di agricoltura sostenibile con il triplice obiettivo di migliorare le performance ambientali dei processi produttivi, soddisfare le richieste del consumatore sempre più attento ai valori etici e salutistici del cibo e garantire la competitività sul mercato.
Fonte: Michele Laterza