Italia

Ricomincia la guerra all’anidride solforosa e ai solfiti

Dopo l’emanazione della direttiva comunitaria 2003/89/CE e del recepimento da parte dell’Italia la questione sembrava chiusa. A riaprila un’interrogazione parlamentare e una richiesta Coldiretti

20 febbraio 2010 | T N

L'anidride solforosa (o biossido di zolfo - SO2), gas incolore dall'odore pungente e dall’elevata tossicità, viene impiegata come additivo in tutti i campi alimentari, in particolare nell'enologia.
L’anidride solforosa viene aggiunta al vino in soluzione acquosa o come solfito di sodio (Na2SO3), che sciolto in acqua sviluppa l’anidride solforosa. Nei tempi antichi la solfitazione del vino si faceva semplicemente bruciando zolfo in prossimità del tino contenente il mosto.
L’anidride solforosa viene aggiunta per impedire a batteri sgraditi di danneggiare la normale fermentazione del mosto, che deve essere effettuata dai lieviti indicati per la produzione del vino (saccharomyces ellipsoideus) o di alterare la conservazione del vino stesso (azione protettiva del vino).

Se ne è parlato molto, ma da quando la normativa italiana, con il D.Lgs. 114/2006, modifica del D.Lgs. 109/92, ha recepito la Direttiva 2003/89/CE, detta la Direttiva allergeni, entrata in vigore il 25 novembre 2003, la situazione si è stabilizzata.

La legislazione attuale obbliga infatti i produttori del settore alimentare a presentare in etichetta tutti i prodotti allergeni (e tossici), tra cui l’anidride solforosa e i suoi derivati (-formula chimica SOx - internazionalmente siglati con E220-E221-E222-E223-E224-E226-E227-E228).
La normativa prevede che vengano riportati i solfiti in concentrazioni superiori a 10mg/l o 10mg/kg.

Perché sono stati stabiliti questi limiti?
Quali sono i rischi connessi al consumo di anidride solforosa e solfiti?

Il principale effetto negativo è connesso all’azione degradativa a carico della vitamina B1 (tiamina), la cui carenza nell'uomo può provocare significative alterazioni a carico del metabolismo degli zuccheri (diabete). Inoltre, nei soggetti sensibili ai solfiti si possono scatenare asma, difficoltà respiratoria, fiato corto, respiro affannoso e tosse.

Secondo il deputato di Alleanza per l’Italia Massimo Calearo Ciman (eletto in Veneto) la legislazione attuale non è sufficiente e occorre un intervento normativo che stabilisca l’obbligo di indicare in etichetta il quantitativo esatto della solforosa totale, oltre che dei solfiti, con una dicitura dettagliata e trasparente quanto quella degli altri prodotti alimentari, a tutela dei consumatori e dei produttori.

Niente più solfiti per il biologico
Dimezzare il contenuto dei solfiti nel vino biologico per arrivare alla loro eliminazione non appena le tecniche di vinificazione e la sperimentazione richiesta lo consentiranno. E' quanto chiede la Coldiretti in occasione della discussione sulla proposta di regolamento della Commissione Europea sul vino biologico.

Nell'ambito dell'Ue, Germania ed Austria si stanno decisamente opponendo alla previsione di limiti per l'anidride solforosa in quanto vorrebbero fossero adottati gli stessi parametri stabiliti per i vini convenzionali.

L'attuale legislazione comunitaria prevede come limiti massimi di anidride solforosa (SO2), per i vini convenzionali rossi di 150 mg/l mentre per i vini Bianchi 200 mg/l.