Italia

C'è qualcosa che non va. Coldiretti Toscana indebolisce l'agricoltura

Cia e Confagricoltura di Lucca prendono le distanze dalla nota organizzazione agricola. Coldiretti Toscana negli ultimi mesi si è ritirata infatti da tutti i tavoli di confronto con le istituzioni regionali e locali

22 novembre 2008 | T N

La denuncia è di quelle forti, che fanno riflettere. Per ora riguarda un ambito locale, ma tira un'aria di malcontento che si sta diffondendo tra gli operatori agricoli; e ora anche nello stesso ambito associazionistico.

Ed ecco infatti il documento congiunto diffuso da Confagricoltura-Unione provinciale degli agricoltori di Lucca e dalla Cia-Confederazione Italiana Agricoltori Lucca.

Cia e Confagricoltura di Lucca affermano che risulta incomprensibile l’atteggiamento di Coldiretti Toscana che negli ultimi mesi si è ritirata da tutti i tavoli di confronto con le istituzioni regionali e locali. Proprio ora che si iniziano cogliere i risultati di un lungo pressing sulla Regione, Coldiretti si sfila sottraendosi alle proprie responsabilità. Cia e Confagricoltura di Lucca sostengono che così si indebolisce l’agricoltura ma si impegnano a colmare il vuoto di rappresentanza lasciato dagli ex compagni di strada.


LA MANIFESTAZIONE
Approfittiamo di questo spazio di denuncia per mettere in luce un aspetto positivo, la corale partecipazione alla manifestazione di Bologna contro i nuovi oneri e per la richiesta di specifiche misure anti crisi per le imprese.
Riportiamo anche in questo caso due comunicati che ci sono pervenuti, a cura di Antonio Dati, direttore di Confagricoltura-Unione Provinciale degli Agricoltori di Lucca.


Manifestazione di Confagricoltura: 100 mila imprendiori agricoli a Bologna

Grande successo della manifestazione di Confagricoltura a Bologna. 100 mila imprenditori agricoli hanno detto no ai nuovi oneri, valutati in oltre 1 miliardo di euro, che graveranno sulle imprese.

Allarme anche per la tenuta del sistema: la crescita dei costi di produzione e la progressiva perdita di produttività del settore pesano sul comparto agricolo italiano per 5,5 miliardi di euro.

A ciò si aggiungono i tagli al bilancio agricolo nazionale, inseriti nella Finanziaria 2009, che peseranno sul ministero delle Politiche agricole per quasi 500 milioni di euro. Una diminuzione del 25,6%, che si traduce in una minore capacità di intervento su numerosi capitoli di spesa e sul funzionamento della macchina amministrativa.

Nel 2009 - evidenzia l’Organizzazione agricola - mancheranno risorse importanti per il settore e aumenteranno fortemente gli oneri per le imprese, perché non è stata ancora rinnovata la fiscalizzazione per la montagna e le aree svantaggiate e non è stato rifinanziato il fondo di solidarietà nazionale. Un pacchetto di 500 milioni di euro.

“La competitività delle imprese del Sud, di tutte le aree di collina e di montagna - dice il presidente Federico Vecchioni - sarà seriamente compromessa, se non verrà prorogata e stabilizzata la legge 81. La misura è vitale, ma ad oggi non è stata individuata ancora nessuna copertura finanziaria.”

Una competitività che è oggi ulteriormente condizionata dall’atteggiamento degli istituti bancari, che fanno mancare i flussi di credito.

Il mancato rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale, invece, mette a rischio la copertura assicurativa delle imprese agricole. “Pur riconoscendo l’importanza del problema – continua il presidente - il governo ha annunciato l’impossibilità di riconoscere la questione nell’ambito della legge Finanziaria.”

Resta poi da chiarire la questione dell’ICI sui fabbricati rurali, una tassa assolutamente illegittima che, se venisse applicata costerebbe alle imprese altri 800 milioni di euro. Confagricoltura è preoccupata perchè, nonostante gli impegni ufficiali, manca un chiarimento da parte del governo sull’inapplicabilità di questa imposta a beni già assoggettati a tassazione a reddito domenicale.

“Non si tratta di politica, ma di tenuta della competitività, in tempi di crisi come quelli che stiamo attraversando - ha rimarcato il presidente della Confagricoltura -; soprattutto se si considera che tutti settori agricoli sono in difficoltà, dai cereali (con i prezzi medi calati del 40% e un aumento dei mezzi tecnici del 63%), all’olio di oliva (con il mercato fermo e i prezzi in discesa), dal vino, alla carne (con il crollo dei prezzi all’origine e la riduzione della mandria italiana)”.

Gli imprenditori agricoli reclamano oggi quanto promesso, affinchè l’agricoltura italiana possa svilupparsi a vantaggio di tutti.

“Abbiamo apprezzato la volontà del governo di intervenire con misure specifiche anti recessione - ha aggiunto Vecchioni -. Ricordiamo però che ci sono anche le imprese agricole, che rappresentano l’economia reale del Paese, per le quali devono essere previsti adeguati interventi nell’ambito del decreto a cui il governo sta lavorando.”

“Ci sembrano motivi sufficienti - conclude il presidente Vecchioni - per raccogliere il malessere diffuso nelle campagne e renderlo esplicito nelle forme più opportune; anche con manifestazioni che sono sempre attuate nel rispetto della legalità e dei cittadini.”


Agricoltura: pieno sostegno della Cia alla manifestazione della Confagricoltura a Bologna

Le mobilitazioni delle due Organizzazioni professionali hanno un unico fondamentale obiettivo: far uscire dalla crisi il mondo agricolo italiano. Domani sit-in a Roma della Cia davanti alla Camera.

Solidarietà e pieno appoggio vengono espressi dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori alla manifestazione promossa oggi a Bologna dalla Confagricoltura. Una manifestazione di cui si condividono obiettivi e finalità: far uscire gli agricoltori dall’attuale difficile crisi e creare le premesse per un rilancio dello sviluppo e della competitività delle imprese.

La manifestazione della Confagricoltura e la mobilitazione della Cia, che domani sarà conclusa a Roma con un sit-in davanti alla Camera, si muovono, pur nelle reciproche autonomie, nella stessa direzione: sensibilizzare l’attenzione verso i gravi problemi del settore che in questi mesi ha visto crescere in maniera pesante costi produttivi e oneri sociali.

Dunque, mobilitazioni, quella della Confagricoltura e della Cia, attraverso le quali si vuole dare, in modo civile e responsabile, un forte sostegno alle imprese agricole che devono poter contare su strumenti certi e su provvedimenti validi per poter affrontare con capacità le grandi sfida dei prossimi mesi.


Confagricoltura: adesione e apprezzamento per il sit-in della Cia a Roma

C’è sintonia ed aderenza di contenuti nella mobilitazione in atto della Confagricoltura e della Cia. Lo ha rimarcato il presidente di Confagricoltura che ha espresso adesione e apprezzamento per il sit-in odierno della Cia a Roma, davanti a Montecitorio, per rimarcare il grido d’allarme delle campagne.

“Ha ragione il presidente della Cia Giuseppe Politi – ha commentato il presidente di Confagricoltura -. Senza interventi straordinari e tempestivi, sarebbe il tracollo, poiché sono opprimenti i costi produttivi; serve un nuovo progetto di sviluppo per le imprese agricole a rischio di chiusura”.

“La manifestazione di Confagricoltura di ieri, il sit-in odierno della Cia, la manifestazione della filiera tabacco a Bruxelles. Tutti questi sono segnali – ha proseguito Vecchioni - che non possono essere assolutamente trascurati; la situazione è drammatica e richiede interventi concreti e tangibili a favore di una parte sostanziale di quel ‘popolo della partita iva’ che opera in agricoltura e produce”.