Italia

Prende il via il Salone del gusto. Da quest'anno un'edizione a basso impatto ambientale

23 ottobre 2008 | T N

Il progetto "a basso impatto ambientale" nasce dall’analisi dell’edizione 2006, nella quale solo il 17% delle 190 tonnellate di rifiuti prodotti era stato correttamente differenziato per essere riciclato. Si è avvertita, così, la necessità di avvicinare il contenitore (la fiera) ai contenuti (buono, pulito e giusto). L’obiettivo è di ridurre di circa il 50% l’impatto ambientale dei due eventi nell’edizione 2008, per arrivare, attraverso un percorso di miglioramento progressivo, in prossimità dell’impatto “zero” per il 2012.

Per la prima volta nel mondo, un evento fieristico è stato progettato adottando le linee guida del cosiddetto “design sistemico”, un approccio nato dall’osservazione della natura in cui ogni eccedenza viene metabolizzata dal sistema. Il 50% degli allestimenti è costituito da Celenit, un impasto di lana di legno mineralizzata e cemento, non trattato chimicamente, riutilizzabile al termine della manifestazione per la costruzione di strade. È stata inoltre ridotta la cartellonistica per la comunicazione realizzandone l’80% con cartoncino riciclato e riciclabile. Altro punto nodale è caratterizzato dall’eliminazione della moquette a favore di vernici rimovibili senza ausilio di prodotti chimici al termine dell’evento. Salone Internazionale del Gusto e Terra Madre hanno voluto, poi, progettare e valorizzare il packaging e utilizzare materiali per la fruizione del cibo e shopper completamente biodegradabili da destinare, dopo il loro uso fieristico, alla produzione di compost per fertilizzare la terra in modo naturale. L’energia necessaria all’evento proviene, infine, dalla rete nazionale, nella quale è stato immesso, però, un quantitativo di energia “verde” paritario ai consumi previsti.

Attraverso tali accorgimenti, si eviterà che oltre 56 tonnellate di materiali finiscano in discarica e 600 tonnellate di CO2 siano riversate nell’atmosfera. Solo con il contributo dei visitatori, però, fortemente invitati a differenziare i rifiuti prodotti, si raggiungerà l’ambizioso obiettivo di poter riutilizzare circa 45 tonnellate degli stessi. Secondo un’ottica sistemica, le restanti 1.000 tonnellate di CO2 saranno compensate attraverso un progetto di salvaguardia della biodiversità del Po.