Italia

Contro il delirio di onnipotenza dei curatori delle guide scendono in campo i sindaci

Botta e risposta tra il Sindaco di Suvereto e coordinatore delle Città del Vino toscane, Giampaolo Pioli e Ernesto Gentili, curatore della guida dei vini de L’Espresso

11 ottobre 2008 | Alberto Grimelli

E’ autunno, tempo di vendemmia, di guide e di qualche polemica.

Accesa, anche se non al vetriolo, quella tra il Sindaco di Suvereto, Giampaolo Pioli, coordinatore regionale delle Città del Vino e Ernesto Gentili, giornalista e curatore della guida dei vini de L’Espresso.

L’affermazione scatenante è stata quella di Gentili che ha definito la Val di Cornia un territorio “in costante involuzione” in un’intervista.

Immediata e secca la replica di Pioli: “Ancora una volta ci troviamo a dover commentare affermazioni che, a mio avviso, vanno ben al di là delle competenze di una guida, chiamata, per sua missione, a dare giudizi sui singoli vini. Ancora una volta ripeto che non contesto i giudizi sui singoli vini, perché non ne ho le competenze e perché rispondono a criteri soggettivi magari discutibili, ma legittimi. Ciò che invece credo debba essere respinto con forza è un giudizio così drastico e sommario, capace, visto la notorietà della fonte, di creare danni notevoli al lavoro delle nostre aziende, e come tale, decisamente irresponsabile.”

La Val di Cornia è un territorio multiforme, a pochi chilometri da Bolgheri, a poche braccia di mare l’Isola d’Elba, i suoi comuni, Suvereto, Campiglia Marittima, San Vincenzo, Piombino e Sassetta sono tra collina e pianura. Un’area dove convivono cerealicoltura, orticoltura, olivicoltura e viticoltura.

Una viticoltura di qualità che ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, che ha fatto enormi passi in avanti dal punto di vista agronomico ed enologico, in un territorio vocato che ha visto insediarsi, in pochi anni due prestigiose firme del panorama vitivinicolo nazionale.

Il comprensorio ha inoltre fatto della trasparenza e del confronto sue bandiere tanto da non aver mai nascosto di avere alcuni problemi da affrontare, quali avere un'"identità" chiara e netta spendibile sul piano commerciale e dell'immagine e produttori numerosi e capaci ma che hanno difficoltà a fare sistema.

Sulla base di queste considerazioni l’indignazione di Pioli che continua “non riconoscere tutto questo e bollare un intero territorio con un marchio così negativo ci pare frutto di un'arroganza che non ci aspetteremmo da un esperto come Gentili, ma che sembra ormai purtroppo connaturata a questo fenomeno delle Guide dei Vini che, diventate un grande business, travolte dalla furia di giudicare decine di migliaia di vini, finiscono per non "vivere" più i territori, per "tirare a far ciccia", e stanno fortunatamente e giustamente per questo perdendo di autorevolezza.”

Polemica sì, senza tuttavia voler sbattere la porta in faccia al giornalista invitato dal Sindaco di Suvereto a “discutere con noi i nostri pregi e i nostri difetti e a confrontarsi con i nostri produttori e con chi ha a cuore il futuro della nostra produzione vinicola. Chissà che non ne scaturiscano idee utili a tutti e magari, da parte sua, un giudizio meno superficiale.”