Italia

Terremoto nel mondo del vino: 70 milioni di litri sofisticati in commercio

L’inchiesta de L’Espresso è come un fulmine a ciel sereno che colpisce il comparto vitivinicolo proprio nel ben mezzo della più importante rassegna italiana di settore

05 aprile 2008 | T N

E’ un tuono quello che corre nei padiglioni del Vinitaly.
L’inchiesta della magistratura, svelata dai reporter de L’Espresso, corre di bocca in bocca.

I magistrati di due procure e una task force da sei mesi indagano su una vicenda che potrebbe aprire uno scenario simile o paragonabile a quello del vino al metanolo.

Non vino questa volta ma uno strano miscuglio, composto da acqua, varie sostanze chimiche, concimi, fertilizzanti e persino una spruzzata di acido muriatico. Veleni a effetto lento: all'inizio non fanno male e ingannano i controlli, poi nell'organismo con il tempo si trasformano in killer cancerogeni.
Secondo gli inquirenti si potrebbe trattare della più grande sofisticazione alimentare mai scoperta in Italia, se non altro per le proporzioni. Sarebbero infatti almeno 700 mila gli ettolitri sofisticati, 70 milioni di vino che sono stati commercializzati anche con i marchi più pubblicizzati del settore.

L'inchiesta, ha rilevato L’Espresso, è tutt'ora in corso.
Solo una parte dei prodotti pirata è stata sequestrata perché è impossibile rintracciare tutte le bottiglie.

Si tratta comunque di un sistema industriale di sofisticazione che coinvolge anche grandi cantine. Sono già 20 quelle coinvolte nell’inchiesta.
Otto di queste si trovano al centro nord, tra le province di Brescia, Cuneo, Alessandria, Bologna, Modena, Verona e Perugina. Il resto è sparso tra Puglia e Sicilia.

Un sistema altamente redditizio se pensiamo che i produttori riuscivano a risparmiare anche il 90 per cento: una cisterna da 300 ettolitri costava 1.300 euro, un decimo del prezzo normalmente chiesto dai grossisti del vino di bassa qualità.