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Olio di oliva italiano: serve un Piano Olivicolo Nazionale e un'unica Interprofessione

Olio di oliva italiano: serve un Piano Olivicolo Nazionale e un'unica Interprofessione

Agli Stati Generali dell’Olivicoltura Nazionale e Internazionale a Siena, lanciate molte proposte e provocazioni sul futuro del settore: dall’olio sostenibile alla necessità dell’Interprofessione unica. Il presente e il futuro dell’olivicoltura nelle quattro linee guida del Piano Olivicolo Nazionale

28 maggio 2024 | T N

Gli Stati Generali dell’Olivicoltura a Siena per discutere del futuro del settore olio di oliva, con due giornate, una dedicata più propriamente all’Italia, mentre la seconda, col Comitato consultivo del COI, ai problemi internazionali.

Le opportunità dell’olivicoltura italiana sono molte, come ribadito da Livio Proietti, presidente da Ismea che ha ribadito come la biodiversità olivicola nazionale sia un risorsa che si affianca dall’elevata età degli olivicoltori e alla frammentazione olivicola. Segno negativo anche per la bilancia commerciale del settore olivicolo, dove le importazioni sono molto più alte delle esportazioni.

L’olio extra vergine di oliva deve passare da condimento e alimento, secondo Federico Caner, coordinatore delle politiche agricole della Conferenza Stato-Regioni. L’Italia deve puntare sulla qualità, sulla riconoscibilità e sull’identità. Il Veneto è certamente una piccola regione olivicola ma ha una forte riconoscibilità.

I temi centrali della due giorni senese sono però soprattutto stati focalizzati dal Sottosegretario al Ministero delle politiche agricole e della sovranità alimentare, Patrizio La Pietra: “questa è una giornata storica per l’olivicoltura nazionale. Il Comitato consultivo del COI ritorna in Italia dopo trent’anni, è un momento importante. Perché l’Italia deve portare un modello a livello internazionale, un’idea di olio che deve alzare l’asticella, oltre l’extravergine. Io definisco questo olio come sostenibile ma è importante dare una visione.”

Nel corso della due giorni anche la volontà di dare unità alla filiera, attraverso un percorso che porti a un’unica Interprofessione. La due giorni servirà anche a delineare le linee guida del prossimo piano strategico del settore olivicolo. L’ultimo Piano Olivicolo Nazionale è del 2016 ma da allora è cambiato molto, dopo Xylella, una pandemia, cambiamenti climatici, impatto su qualità e quantità delle produzioni, nonché sui prezzi.

“L’olivicoltura e l’olio di oliva sono un settore centrale e strategico per l’Italia – ha affermato La Pietra – l’agricoltura è al centro dell’azione del Governo Meloni. L’agricoltura non è nemica dell’ambiente ma anzi gli agricoltori sono i primi alleati dell’ambiente. Vogliamo scrivere un Piano Olivicolo Nazionale per il futuro, anche con le risorse necessarie per le linee guide. Dovrà trovare nuovi fondi finanziari ma utilizzare al meglio anche quelli esistenti, in coordinamento con le Regioni.”

Ma quali sono gli assi del prossimo Piano Olivicolo Nazionale?

1) potenziamento capacità produttiva

2) riduzione costi

3) ricerca in campo olivicolo e oleario

4) potenziamento filiera delle olive da mensa

Il Ministero si impegnerà per accordi di filiera e accordi quadro, per indirizzare produzione e consumi.

“E’ strategico per l’olio di oliva italiano avere un’unica Interprofessione – ha affermato La Pietra – e l’impegno del Governo e del Ministro Lollobrigida sarà di spingere per avere un unico soggetto. Questo soggetto dovrà rappresentare un modello italiano, diffondere nel mondo l’olio italiano di alta qualità, ma anche parlare di olio, delle sue proprietà nutrizionali e salutistiche a livello internazionale.”