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L’ITALIA E’ PIENA DI FABBRICATI RURALI ABUSIVI E FANTASMA. L’AGENZIA DEL TERRITORIO NE HA INDIVIDUATI OLTRE 13.000 MA SAREBBERO 250.000 SECONDO LE PRIME STIME

In seguito all’accertamento disposto dall’ultima legge finanziaria, sono stati individuati migliaia di edifici inesistenti al catasto. L’elenco pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. 90 giorni di tempo per i ricorsi

01 settembre 2007 | T N

Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 10 agosto il primo elenco dei fabbricati inesistenti per l’Agenzia del Territorio oppure edifici che, in base agli accertamenti, hanno perso i requisiti di ruralità.
Si tratta di 13.590 fabbricati, distribuiti su 169 Comuni specie nel Centro Nord.

A essere maggiormente prese di mira dai controlli, banche dati Agea e Agenzia del Territorio, oltre che rilievi aereofotogrammetrici, sono le province piemontesi di Torino e Vercelli, quelle emiliane di Bologna, Reggio Emilia e Forlì, quelle toscane di Firenze, Siena e Prato e quelle laziali di Roma e Rieti.
Nel sud la provincia più controllata è stata quella di Foggia, ma non sono neanche state risparmiate le isole con i controlli sulla provincia di Sassari.

In Gazzetta Ufficiale vi sono l’elenco delle particelle dove sono risultate le irregolarità.

Nel caso il proprietario di una di queste particelle volesse elevare reclamo, perché l’edificio è inesistente, precario o inutilizzabile, potrà farlo entro l’8 novembre, mediante istanza di autotutela.
Nel caso non si provveda a mettersi in regola entro sessanta giorni o non si presenti l’istanza di autotutela, l’Agenzia del Territorio provvederà d’ufficio a accatastare l’immobile addebitando al proprietario le spese sostenute e le pesanti sanzioni previste.

Questo primo step di controlli ha quindi già portato a importanti risultati ma, secondo fonti dell’Agenzia del Territorio, potrebbero essere 250.000 gli edifici abusivi e/o mai dichiarati al catasto che verranno scoperti al termine dei rilievi.
Un numero impressionante di irregolarità, vere o presunte, che porterà finalmente un po’ di chiarezza sugli edifici rurali ma che costerà, allo Stato e ai cittadini, un’enorme mole di lavoro.