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BIO, CHE BLUFF. L’ESPRESSO DENUNCIA CHE I CIBI PRODOTTI CON METODI ORGANICI NON SONO MIGLIORI DI QUELLI INDUSTRIALI. IL MONDO BIO SI RIVOLTA E REPLICA IN MODO SECCO: E’ L’INCHIESTA DEL SETTIMANALE A ESSERE UN BLUFF

Proprio sul finire d’agosto e alla vigilia del Sana, il salone del biologico italiano, ecco l’ennesimo attacco al bio. Ricerche e numeri che vengono riassunti in un articolo che ha fatto scalpore. Gli italiani, e non solo, prediligono i cibi organici proprio perché ritenuti più salutari e invece li scoprono pieni di sali, grassi, zuccheri e additivi. Le associazioni del biologico propongono dati assai diversi che esaltano la salubrità dei prodotti biologici

01 settembre 2007 | Graziano Alderighi

La copertina de “L’Espresso” è di quelle che attraggono l’attenzione.
“Bio che bluff”, scritto a caratteri cubitali, con un sottotitolo che ha toni perentori “uno studio accusa i cibi biologici: sono pieni di grassie additivi, zuccheri e sali. Spesso non sono migliori di quelli industriali. Eppure sono molto più cari.”
Il settimanale è noto per le sue inchieste scandalistiche e così le parole usate, seppure dure e accusatorie, perdono parte della loro efficacia proprio in virtù della reputazione del giornale.
Ciò che tuttavia non può passare inosservato è il sottotitolo dell’articolo che afferma che i prodotti bio sono spesso meno salutari di quelli industriali, reputando di poterne portare le prove.
L’inchiesta si basa su dati e ricerche effettuate da “Altroconsumo”, la nota testata a difesa dei consumatori, la cui portavoce afferma che “per quanto riguarda la salubrità qualunque prodotto è pari al biologico. E quanto riguarda la qualità dei prodotti trasformati, bio e non bio sottostanno alle identiche logiche industriali.”
L’attacco è quindi chiaro e indirizzato soprattutto alle industrie alimentari che, con i cibi biologici, vorrebbero arricchirsi alle spalle dei consumatori, tanto che c’è chi, nell’articolo, commenta “nessun fondamentalismo, non vale la pena di svenarsi. Ma è certo che se mangi bio non ingerisci sostanze dannose, come pesticidi o fitofarmaci.”

La reazione del mondo bio, com’era prevedibile, è stata tempestiva e molto dura, oltre che, inaspettatamente, unitaria.

“La copertina dell’ultimo numero del settimanale L’Espresso e i lanci che in questi giorni stanno facendo tutti i quotidiani del gruppo editoriale omonimo sono un attacco ingiustificato e grave al settore, che respingiamo con la forza e la serenità che ci danno le stesse risultanze dell’inchiesta pubblicata” ha dichiarato il Presidente di FederBio, l’organizzazione unitaria dell’agricoltura biologica e biodinamica italiane “Pur di sostenere uno scoop che non c’è il settimanale travisa spesso in maniera grossolana dati che, al massimo, dimostrano che alcuni prodotti trasformati bio vengono prodotti con tecniche e ingredienti della moderna industria alimentare, ovvero nel pieno rispetto della legislazione generale vigente in materia di alimenti. Trascurando del tutto il fatto che nessuna traccia di pesticidi è stata rilevata, che gli ingredienti sono comunque diversi perché ottenuti con metodo biologico e che anche le sostanze impiegate come addensanti sono assolutamente naturali e ammesse dalla normativa europea di settore, mentre non sono assolutamente utilizzati coloranti, come invece sostiene erroneamente l’articolo” ha precisato Carnemolla.
“Il lancio di copertina sulla presenza eccessiva di grassi, sali, zuccheri e additivi è addirittura smentito dal contenuto dell’articolo, a dimostrazione della strumentalità dell’operazione o della mancanza di professionalità della redazione, comunque a danno ingiustificato di un intero settore economico” ha proseguito Carnemolla. “Stiamo valutando come Federazione quali azioni intraprendere in ogni sede per tutelare il biologico italiano da una pessima informazione. Invitiamo fin da ora le redazioni de L’Espresso e di Altroconsumo ad un confronto pubblico con le aziende del settore e le associazioni degli operatori in occasione dell’imminente manifestazione Sana, che si terrà a Bologna dal 13 settembre prossimo. Chissà che non ci possa essere finalmente quel contraddittorio che fino ad ora ci è stato sempre negato su certa stampa, sempre più autoreferenziale” ha concluso Carnemolla.

”La media di zucchero negli yogurt biologici alla frutta analizzati (pur additati per aver tutti "molto zucchero aggiunto") è inferiore del 15% a quella degli analoghi prodotti convenzionali - sottolinea Roberto Pinton, segretario si AssoBio - gli aromi contenuti in qualche vasetto sono sostanze aromatizzanti naturali e non sintetiche (al contrario di quanto accade in molti prodotti convenzionali); nei rari prodotti in cui sono tecnologicamente necessari addensanti, si tratta di semplici derivati di alghe o di carruba".
Il contenuto di micotossine presente in un'unica confezione di corn flakes descritto nell'articolo come "sopra del limite massimo proposti dalla normativa europea in fase di attuazione" in
base alla legislazione vigente è invece del tutto regolare.
L'articolo fa poi riferimento alla cosiddetta "farina ricostruita".
"Ma la farina integrale derivante dalla macinazione a pietra e quella ottenuta dai moderni mulini miscelando in corretta proporzione la farina, la crusca e il cruschello sono identiche dal punto di vista organolettico, nutrizionale, tecnologico e legale; l'unica differenza è che la seconda consente un trattamento termico di stabilizzazione del cruschello che evita sicure ossidazioni e ipotetici rischi di tossine".
In nessuno dei prodotti analizzati sono presenti grassi vegetali idrogenati, ma solo i grassi vegetali (di produzione biologica) espressamente previsti dalla vigente normativa.
"Risulta evidente dai dati presentati – conclude Pinton - che tutti i prodotti analizzati rispettano rigorosamente la normativa, il che non consente alcun addebito a carico delle imprese di
produzione e fa valutare la copertina "Bio che bluff" per quel che è, e cioè un inciampo di fine estate.”

Anche la più importante catena di supermercati specializzati in Italia replica all’articolo “Bio che bluff” mettendo in evidenza inesattezze, errori ed ambiguità pubblicati dal settimanale e ripresi dal quotidiano La Repubblica.
Roberto Zanoni, direttore generale di Naturasì, invita innanzitutto a leggere con più attenzione i dati dell’indagine di Altroconsumo su cui si basa l’inchiesta, evitando affermazioni incomprensibili sui prodotti biologici come “non sempre sono migliori dei convenzionali e assomigliano sempre di più a quelli industriali, ma spesso sono anche meno salubri”.
Dalle analisi effettuate da Altroconsumo appare infatti che
- la quantità di frutta delle confetture biologiche è il 21% in più di quelle convenzionali;
- gli yogurt biologici hanno il 17% di zucchero in meno di quelli convenzionali;
- nei biscotti biologici vi è l’8% di grassi in meno e i grassi vegetali utilizzati non sono mai idrogenati
- nelle fette biscottate integrali, tutti e tre campioni di prodotti non bio contengono residui di insetticidi, assenti, come le micotossine, dai prodotti biologici.

Infine il mondo bio non rinuncia alla polemica, con un’ultima puntualizzazione sull’uso dei titoli e dei sommari, dal tono eccessivamente scandalistico ed accusatorio, contraddetto in molte parti dell’articolo: è la stessa autrice del pezzo a scrivere che il biologico è uno stile di vita eco-compatibile che garantisce rispetto per terre, acque e animali. Nell’articolo di appoggio ‘Polemica verde’ inoltre si ammette che i prodotti biologici hanno più antiossidanti, più nutrienti e meno sostanze tossiche. E ancora, che da studi californiani risulta che la qualità del suolo bio migliora con il tempo e con essa i suoi prodotti. Tutto questo, cosa c’entra con il titolo “Bio che bluff”?