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SUL BRUNELLO 2002 E’ POLEMICA. ANNATA SCADENTE, MA I PREZZI SONO GLI STESSI DI QUELLA PRECEDENTE
La vendemmia 2002 si aggiudica solo due stelle su cinque, un'annata difficile, in cui si è registrato il raccolto più scarso e deludente degli ultimi quaranta anni. Listini in linea con il 2001 sono però “difficili da spiegare al consumatore” afferma Gonfio, presidente Vinarius
24 febbraio 2007 | T N
Il Brunello è senzâaltro uno dei prodotti italiani per eccellenza, e proprio per questo tutti ricordiamo quello che fu detto a suo tempo dellâannata 2002: disastrosa.
II 2002 è stata un'annata difficile in tutta Italia, in cui si è registrato il raccolto più scarso e deludente degli ultimi quaranta anni. Il Brunello 2002 si aggiudica due stelle (su cinque): il rating è stato fissato dal Consorzio del Brunello, dopo scrupolose valutazioni (chimico-fisiche ed organolettiche) e considerazioni relative all'andamento meteorologico dell'annata da parte di una speciale commissione composta da venti importanti esperti ed enologi.
"Questa vendemmia problematica - ha spiegato Filippo Fanti, presidente del Consorzio - dopo tante annate memorabili, ci ricorda come la campagna sia soggetta a cicli naturali e ineluttabili. Una delle caratteristiche peculiari del Brunello è la sua capacità di evolvere nel tempo, acquistando pregio e valore. Ecco perché abbiamo deciso di compiere una scelta di serietà - coerentemente con il nostro compito di vigilare ed assicurare la standard qualitativo complessivo del territorio - assegnando due stelle ad un'annata in cui i vini prodotti saranno ottimi da degustare nei prossimi anni, meno indicati per l'invecchiamento. La votazione in stelle viene determinata anche allo scopo di dare un consiglio a tutti i produttori: il suggerimento per il 2002 è quello di compiere un'accurata selezione per il Brunello e concentrarsi sul Rosso di Montalcino, un vino che si esprime al massimo, se bevuto giovane".
Come ricorda oggi Francesco Bonfio, Presidente di Vinarius: âl'andamento stagionale molto piovoso del 2002 ha compromesso seriamente la qualità del millesimo, per cui negli esempi migliori i Brunelli presentati saranno sì vini piacevoli, ma di leggero/medio corpo, senza la profondità , lo spessore e la capacità di invecchiamento che sono le caratteristiche proprie del Brunello.
Per questo le cantine piccole e di qualità hanno perlopiù evitato di imbottigliare il vino di questa annata. Andando incontro ad una sicura perdita economica, ma con questo gesto hanno dato prova di serietà e hanno incrementato la loro immagine. Le grandi cantine invece, come Banfi, Frescobaldi etc..., hanno dovuto ovviamente produrre e imbottigliare il 2002, per loro comprensibile necessità di vendita, per non perdere posizioni sui mercati. Quello che stupisce, e di cui ci rammarichiamo, è che ci aspettavamo un consistente ribasso delle quotazioni, a fronte di una qualità molto ma molto inferiore rispetto agli standard, mentre i listini sono sostanzialmente uguali a quelli dello scorso anno, e l'annata 2001 era stata di tutt'altro livello qualitativo.
Sarà complicato, e compromettente, spiegare al consumatore che per due bottiglie di Brunello di qualità così diversa, si debba pagare lo stesso prezzo. Eâ un vero peccato: credo che i produttori abbiano perso unâeccellente occasione per dare al mercato un segnale di serietà , per far capire che ad annata grande corrisponde prezzo impegnativo ma che in annata piccola il prezzo scende sensibilmente, anche perché quello del vino è un mercato sempre più selettivo.
Anche per lâesportazione si pone un bel dilemma visto che la quota di export per il Brunello è superiore al 70%: offrire un Brunello di qualità inferiore pur di non perdere le posizioni negli scaffali e nelle carte dei vini, o essere seri ma rischiare di dover ricominciare l'anno prossimo a recuperare le posizioni perdute? Forse dovrebbero uscire ad un prezzo parecchio inferiore, dando un prodotto corretto e affiancando la vendita con una comunicazione seria, responsabile e chiara, dando al consumatore una spiegazione dei motivi della qualità inferiore e del prezzo inferiore. Auspico che utilizzino i ristoratori e gli enotecari, quali ultimo anello della filiera prima del consumatore finale, per far loro capire il prodotto. Aggiungo che il Brunello oggi è la denominazione italiana leader per immagine nel mondo. A questo vino spettano gli onori e gli oneri dei leader e come tale ha il dovere di segnare la strada a tutti quelli che sono dietro, e sarà meglio che non commetta errori.â