Italia

QUASI UNA BOTTIGLIA DI EXTRA VERGINE SU DUE E' OLIO STRANIERO. LA DISCESA IN CAMPO DI COLDIRETTI A DIFESA DEL MADE IN TALY

E' un appuntamento fisso nel periodo dell'olivagione: sostenere l'obbligo di indicare l'origine delle olive. Per questo è stata avviata una mobilitazione generale con raccolta di firme bipartisan in tutta Italia. Migliaia di bruschette e tanto olio per dire "stop"

18 novembre 2006 | T N

Riportiamo due documenti diffuso dalla Coldiretti a difesa dell'italianità dell'olio ricavato dalle olive. Ci sembra giusto farlo senza commenti, anche se l'editoriale di questa settimana non a caso è intitolato "La guerra dell'olio", e c'è dunque spazio per tante riflessioni.
Ciò a cui noi puntiamo è molto semplice: suscitare in chi ci legge una reazione, sollecitandola anzi con qualche premura, in modo da produrre una serie di considerazioni certamente utili per dare una scossa di vitalità a un comparto troppo spesso silenzioso e chiuso in se stesso, preda di troppi abusi da parte di chicchessia. E' ora di intervenire direttamente, con le proprie parole e i propri pensieri, nel vivo del dibattito. Scriveteci
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OLIO STRANIERO IN UNA BOTTIGLIA SU DUE, MA NON SI VEDE
Sugli scaffali dei supermercati è straniero l’olio di oliva contenuto quasi in una bottiglia su due, ma ai consumatori vengono presentate tutte come italiane perché sulle etichette non è obbligatorio indicare l’origine delle olive ed è quindi possibile “spacciare” come Made in Italy miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. Sono queste le ragioni della mobilitazione avviata dalla Coldiretti in tutta Italia con la raccolta di firme a sostegno dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine dell’olio di oliva alla quale sono giunti consensi bipartisan dal mondo politico ed istituzionale ma anche il deciso sostegno delle associazioni dei consumatori, di quelle ambientaliste e delle imprese come Wwf, Lipu, Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab.

Una mancanza di trasparenza che pesa sulla raccolta delle olive in corso in tutta Italia che prevede per il nuovo anno un calo del 4 per cento nella produzione nazionale che raggiungerà, secondo i dati Ismea, appena 6,3 milioni di quintali mentre si registra un contestuale incremento record del 32 per cento di quella spagnola per un totale di 10 milioni di quintali. Il mercato nazionale rischia dunque di “affogare” in un mare di olio iberico senza che i consumatori - sottolinea la Coldiretti - possano fare scelte di acquisto consapevoli perché le norme attualmente in vigore sull’etichettatura lasciano la possibilità di commercializzare olio ottenuto da miscele di origine diversa senza che questo venga indicato chiaramente in etichetta.

Una perdita di valore per la produzione nazionale tanto che sulla base di elaborazioni Coldiretti sui dati Istat relativi all’inflazione, le olive in campo vengono pagate meno di un terzo dei prezzi versati dai consumatori al supermercato. Una situazione che mette a rischio gli oliveti italiani che possono contare su 250 milioni di piante, molte delle quali secolari o situate in zone dove contribuiscono al paesaggio e all’ambiente. Per non mettere a rischio la credibilità del Made in Italy sui mercati esteri servono scelte di trasparenza con l'obbligo di indicare in etichetta l'origine delle olive impiegate nell'olio commercializzato, come peraltro - ha affermato il Presidente della Coldiretti Paolo Bedoni - abbiamo chiesto per tutti gli alimenti con la nostra iniziativa di legge popolare che ha portato all’approvazione della legge 204 del 2004 con il sostegno di un milione di firme di cittadini-consumatori, rappresentanti istituzionali, associazioni dei consumatori e ambientalisti.

Dai risultati dell'“Indagine 2006 Coldiretti-Ispo sulle opinioni degli italiani sull'alimentazione” emerge che il 92 per cento degli italiani ritiene che dovrebbe essere sempre indicato in etichetta il luogo di allevamento o coltivazione dei prodotti agricoli contenuti negli alimenti” con un aumento del 6 per cento rispetto allo scorso anno. Di fronte a queste richieste - ha precisato Bedoni - è necessaria una maggiore responsabilità del sistema produttivo nazionale, dal campo alla tavola, e delle Istituzioni per accelerare il percorso già iniziato a livello europeo dove sono state adottate le norme per l'etichettatura di origine della carne bovina a partire dal primo gennaio 2002 dopo l'emergenza mucca pazza, per l'indicazione della varietà, qualità e provenienza dell'ortofrutta fresca, il codice di identificazione delle uova a partire dal primo gennaio 2004, il Paese di origine in cui è stato raccolto il miele dal primo agosto 2004, mentre in Italia è stata prevista, grazie alla mobilitazione della Coldiretti, l'etichetta di origine anche per il latte fresco dal giugno 2005, per la carne di pollo dal 17 ottobre 2005 e per la passata di pomodoro dal 15 giugno 2006.

L'Italia - continua la Coldiretti - è il secondo produttore europeo di olio di oliva con una produzione nazionale media di oltre 6 milioni di quintali, due terzi dei quali extravergine e con 37 denominazioni (Dop) riconosciute dall'Unione Europea, che sviluppano un valore della produzione agricola di circa 2 miliardi di Euro e garantiscono un impiego di manodopera per circa 50 milioni di giornate lavorative. Negli ultimi anni si è avuto un trend di crescita nei consumi, soprattutto per oli extravergini, Dop e biologico e si stima che un consumo nazionale di 14 kg/ pro-capite, circa 850.000 tonnellate medie annue. Dal punto di vista commerciale - conclude la Coldiretti - le importazioni comprese tra 400 e 480mila tonnellate (-16,1 per cento nei primi sette mesi del 2006) superano le esportazioni pari a 300-350mila tonnellate (-12,9 per cento nei primi sette mesi del 2006).


MIGLIAIA DI BRUSCHETTE E OLIO PER DIRE STOP AI FALSI
Cinquemila bruschette con fiumi d’olio ottenuti da mille chili di olive spremute per la prima volta a due passi dal Parlamento che sono state gustate da rappresentanti di Governo, Istituzioni, parlamentari, esponenti di associazioni dei consumatori e ambientaliste e comuni cittadini. E’ questo il primo bilancio della giornata nazionale dell’olio italiano organizzata dalla Coldiretti che ha raccolto un’adesione entusiasta alla campagna di raccolta firme per l’etichettatura di origine obbligatoria dell’olio di oliva. Una perfetta ed efficiente azienda olivicola è quella che per una giornata la Coldiretti ha allestito a Piazza Montecitorio a Roma, centro politico e decisionale della Nazione, dall’oliveto al frantoio, dal punto degustazione all’angolo espositivo.

All’ombra dei 22 metri dell’obelisco di Psammetico II che con i suoi 2600 anni avrà certamente assistito a tanti eventi straordinari, oltre un migliaio di imprenditori agricoli della Coldiretti giunti da tutta Italia e in particolare da Marche, Puglia, Lazio, Toscana, Umbria, Abruzzo e Calabria, hanno realizzato uno spettacolare oliveto per far conoscere la qualità e la varietà della produzione nazionale olearia. Dai dieci magnifici olivi, carichi di verdi frutti che sono stati raccolti nelle reti stese sugli “illustri” sampietrini della Capitale e poi spremuti in un autentico frantoio, è stato prodotto, per la prima volta a due passi dal Parlamento, un extravergine fresco, profumato e saporitissimo che ha condito le bruschette che sono state offerte a centinaia di romani e di turisti, ma anche a rappresentanti del governo, a parlamentari e ai rappresentanti delle Associazioni che hanno aderito all’iniziativa della Coldiretti (Wwf, Lipu, Legambiente, Symbola, CdG, Vas, Club Papillon, Federconsumatori, Adusbef, Adoc, Codacons, Movimento difesa del cittadino e Aiab).

In moltissimi hanno espresso il loro consenso e il convinto appoggio sottoscrivendo la petizione popolare per chiedere l’applicazione della norme che obbligano a indicare in etichetta l’origine dei prodotti, per tutelare la qualità della produzione nazionale e fermare l’inganno dell’olio ottenuto da olive spagnole, greche e tunisine spacciato come Made in Italy. Una campagna che attraverserà tutte le regioni d’Italia a partire da Liguria, Sicilia, Molise, Campania e Sardegna. Numerosi, coloriti e dai contenuti ben chiari e determinati gli striscioni e i cartelli degli imprenditori soci di Coldiretti partecipanti alla giornata. “Basta ‘spacciare’ ai consumatori l’olio tunisino, greco e spagnolo come italiano” il messaggio in un cartello. In un altro “Difendiamo il cittadino consumatore con l’etichettatura obbligatoria” e “Tolleranza 0 contro il falso made in italy”. E poi ancora in alcuni striscioni i messaggi in difesa della salute: “Mamma firma con noi per la sicurezza di tuo figlio”, “L’origine è sicurezza mangiamo italiano”.

A rendere speciale la giornata, fortemente voluta dalla Coldiretti, anche la presenza di centinaia di studenti delle scuole romane che hanno potuto assistere a una lezione all’aria aperta sul ciclo dell’olio d’oliva, dalla produzione alla lavorazione fino alla degustazione e al consumo consapevole, con particolare attenzione alle virtù salutari di questo alimento principe della dieta mediterranea e ambasciatore tra i più importanti del made in Italy nel mondo. I ragazzi hanno potuto soddisfare la loro curiosità e apprendere direttamente dai produttori, in una cornice molto speciale, sia i segreti della produzione di un alimento tanto importante, sia come riconoscere l’olio di qualità, come apprezzarne al meglio caratteristiche organolettiche e valori nutrizionali e salutistici.

Nell’angolo degli assaggi, assieme alle bruschette condite con olio nuovo appena spremuto, molto apprezzate sono state le degustazioni di olive fritte Termite di Bitetto. Ricca la parte espositiva organizzata da Coldiretti in piazza Montecitorio, dalle varietà di olive giunte dalle diverse parti d’Italia, ma anche tutti e 37 gli oli italiani a denominazioni di origine europea (DOP e IGP) che rappresentano un patrimonio di eccezionale valore per l’Italia. Grande curiosità hanno riscosso gli esempi di prodotti non alimentari a base di olio d’oliva dai cosmetici, alle creme per la pelle, ai saponi. L’olio fa bene alla salute, questo uno dei messaggi lanciati dalla Coldiretti ai visitatori dell’oliveto in piazza Montecitorio che apprezzando le degustazioni di olio “fresco” hanno potuto conoscerne anche sul piano scientifico l’importante valore nutrizionale e terapeutico dovuto alla presenza di una maggiore quantità di sostanze antiossidanti e a una minore acidità che combatte l'invecchiamento dell'organismo e favorisce l'eliminazione delle scorie metaboliche.


Fonte: Coldiretti