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Il Consiglio di Stato boccia l'ultimo ricorso contro abbattimenti e contrasto a Xylella fastidiosa

La Suprema Corte, ribadendo la giurisprudenza precedente, ha bocciato anche l'ultimo ricorso contro il decreto del Ministero delle politiche agricole e quello della Regione Puglia che prevedono eradicazioni e lotta contro la sputacchina

03 luglio 2019 | T N

La terza sezione del Consiglio di Stato, pronunciandosi sul ricorso promosso da Codacons e da associazioni ambientaliste e aziende alimentari pugliesi, "ha confermato la validità delle azioni messe finora in atto dalle istituzioni contro la piaga della Xylella". Il ricorso era stato presentato dal Codacons e da alcune associazioni ambientaliste ed aziende alimentari contro Regione Puglia e Ministero delle Politiche Agricole e finalizzato a riformare l'ordinanza cautelare del Tar Lazio per ottenere l'annullamento della delibera di Giunta regionale Puglia relativa alle azioni di contrasto alla diffusione della Xylella.

Alla base del ricorso dell'associazione il fatto che, nonostante la politica di contrasto sinora messa in atto dallo Stato e dalla Regione, la Xylella continui ad avanzare sempre di più in Puglia.

I giudici del Consiglio di Stato hanno respinto il ricorso ritenendo che "il metodo alternativo di contrasto alla Xylella prospettato dalla parte ricorrente e finalizzato al controllo del batterio, non risulta adottato da organismi ufficiali nazionali". Inoltre il collegio giudicante "trae conferma dal rapporto dell’aprile 2019 con il quale l’EFSA, aggiornando la sua valutazione dei rischi da Xylella fastidiosa, ha confermato l’importanza dell’attuazione delle misure di controllo attualmente in corso, quali la rimozione delle piante infette e l’istituzione di aree delimitate (si veda anche l’estratto prodotto il 2.6.2019 sub. doc. 2 fasc. Reg. Puglia, nel quale si legge che “in esperimenti recenti è stata valutata l'efficacia di misure di controllo chimico e biologico e i risultati mostrano che esse possono ridurre temporaneamente la gravità della malattia in alcune situazioni, ma non vi sono prove che possano eliminare X. fastidiosa in condizioni di campo per lungo periodo”)"

Il Consiglio di Stato, quindi, "convalida l'azione della Regione Puglia e del Ministero sul fronte della lotta alla Xylella, anche in considerazione della sentenza della Corte di Giustizia Ue del 9 giugno 2016, che ha confermato il rispetto dei principi di precauzione e proporzionalità, nonché la sussistenza di un adeguato presupposto scientifico legittimante le misure adottate in Italia".

Via libera anche grazie alla sentenza della Corte di Giustizia Ue che ha affermato che “la Commissione ha potuto legittimamente considerare che l'obbligo di rimozione immediata delle piante infette era una misura appropriata e necessaria per impedire la diffusione del batterio Xylella. Inoltre, per quanto riguarda il carattere rigorosamente proporzionato di tale obbligo, non è stata prospettata alcuna misura alternativa meno gravosa, per quanto riguarda le piante infette, che sarebbe idonea a raggiungere questo stesso obiettivo” (punto 62)"

I giudici "non constano, infine, elementi per ritenere che l’utilizzo di pesticidi non sia avvenuto in conformità delle regole che ne autorizzano la commercializzazione e con modalità - modulate nel piano di azione regionale di cui alla DGR n.1890/2018, allegato II – difformi da un loro impiego selettivo e calibrato alla stretta esigenza di contenimento della diffusione dell’agente patogeno"