Italia

Chiuse le indagini sul falso olio d'oliva Igp Toscano

Le indagini avevano permesso di identificare 200 quintali di extra vergine pugliese e greco cche in realtà veniva commercializzato come Igp Toscano. Dei 47 indagati iniziali, rimangono 31 i soggetti coinvolti a chiusura delle indagini 

19 marzo 2019 | T N

Quella di Grosseto, coordinata da  Raffaella Capasso, procuratore della Repubblica del capoluogo maremmano, fu un'indagine che fece molto scalpore nel 2015 e 2016, portando alla luce un giro di olio d'oliva pugliese e greco spacciato per Igp Toscano.

Secondo gli inquirenti sono stati 200 i quintali di olio extra vergine di oliva oggetto della truffa e sequestrati, per cui erano stati contestati i reati di frode in commercio e contraffazione di olio IGP (artt. 515 e 517-quater c.p.).

Nel corso delle perquisizioni, infatti, è stata sequestrata anche una consistente quantità di materiale informatico, oltre a una considerevole massa di documentazione cartacea, contabile ed extracontabile (documenti di trasporto, scontrini, ricevute di cassa), relativa alla tracciabilità dell’olio.

All'epoca dei fatti sono stati 47 i soggetti coinvolti nello scandalo ma oggi alcune di queste aziende sono uscite dall'inchiesta.

Le indagini sono partite a partire dalla segnalazione del Consorzio dell'olio Igp Toscano che ha segnalato moliture sospette arrivando a scoprire che alcuni soggetti che acquistavano olio greco per poi cederlo come olio italiano o addirittura Toscano Igp.

Gli accertamenti, effettuati su quattro provincie toscane (Grosseto, Siena, Arezzo e Firenze) e la provincia di Foggia, avevano richiesto complesse attività, fatte di controlli documentali, campionamenti per analisi chimiche, incrocio di banche dati, appostamenti, intercettazioni, perquisizioni e sequestri. In particolare, nel luglio 2016, la polizia giudiziaria operante, in esecuzione di un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Grosseto, aveva perquisito poco meno di cinquanta attività, tra società e imprenditori individuali, commercianti e imbottigliatori di olio nazionale e toscano, nelle province di Grosseto, Firenze, Arezzo, Siena e Foggia. Nel corso delle perquisizioni era stata sequestrata una considerevole mole di documentazione e di materiale informatico, oltre a ingenti quantitativi di olio, poi sottoposto ad analisi.

E' stata proprio l'analisi del Dna, utilizzata per la seconda volta in un'indagine penale, a scoprire che in miscela vi erano varietà di origine greca.

Oggi sono stati notificati a 31 produttori di olio extravergine di oliva, titolari di frantoi e rivenditori, gli avvisi di conclusione indagini per associazione a delinquere finalizzata a un numero indeterminato di delitti di frode in commercio anche con falsi documenti. Ora si attendono le richieste di rinvio a giudizio.