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COME NUOVI PALADINI DEL CONSUMATORE, I GIORNALISTI DI REPORT SI SCAGLIANO, DI NUOVO, CONTRO IL MONDO DEL VINO. PERCHE’ NESSUNO DEVE OPPORSI A MILENA GABANELLI & COMPANY
L’inchiesta “in vino veritas” aveva suscitato scalpore ma anche le proteste di vignaioli e di molte associazioni. Della puntata incriminata se ne è occupato anche il Parlamento. La redazione di Report è stata così costretta a dar voce a alle repliche. Naturalmente l’hanno fatto a loro modo, perché la vendetta è un piatto da servire freddo
26 novembre 2005 | T N
Non sopportiamo davvero i primi della classe, tanto meno se pensano, e vogliono convincerci, di avere sempre ragione.
Non si possono imporre pensieri o tesi, si devono invece spiegare e illustrare, sperando che vengano condivise, ma sapendo che esistono persone che avranno idee diverse o contrastanti.
Accettare il confronto e il dibattito è un segno di forza, non di debolezza.
Lungi dal voler dare alla brava Milena Gabanelli e ai suoi colleghi delle lezioni di giornalismo, abbiamo delle osservazioni, dei rilievi che scaturiscono dalla nostra conoscenza del mondo del vino e dalle esperienze maturate durante anni di attività nel settore.
Il comparto vitivinicolo si difende dalle aggressioni. à capace di fare lobby, di trovare gli spazi necessari per far sentire la sua voce,. Si tratta insomma di un settore economico vivo e vitale dellâeconomia nazionale, una rarità , poi, per quel che concerne il mondo rurale.
Ha stupito allora solo la redazione di Report la reazione della maggioranza dei produttori ma anche delle loro associazioni, prima fra tutte lâUnione italiana vini.
Credere che il settore vitivinicolo non avesse i propri referenti, anche nei palazzi istituzionali, è, francamente, da ingenui. Scandalizzarsi perché tali conoscenze vengono utilizzate nel momento del bisogno lo è, se possibile, ancor di più.
Così, probabilmente, i vitivinicoltori si sono guadagnati il diritto di replica su Report.
Seppur con toni lievemente più morbidi, la Gabanelli ha tenuto a sottolineare di non essere astemia, la trasmissione ha voluto e inteso confermare le teorie già espresse nella precedente puntata.
Sono infatti state fatte rivedere le statistiche e i dati dellâIspettorato Repressione Frodi riguardo agli illeciti nel settore vitivinicolo, compresi Doc e Docg.
Sono stati mostrati numerosi articoli, in maniera volutamente e provocatoriamente ironica, circa i benefici effetti del vino sulla salute umana. Così Andrea Sartori, presdente dellâUnione italiana vini, è stato fatto passare per un padre scellerato che fa bere vino al giovane figliolo nonostante lâOrganizzazione mondiale della sanità sconsigli lâuso di alcolici per i minori di 16 anni.
A gettare benzina sul fuoco ha pensato nuovamente la Gabanelli che ha sottolineato come lâalcolismo è una patologia sempre più diffusa nel nostro Paese fra i minorenni a causa âanche del vinoâ. In che misura il vino è complice di queste nefandezze, naturalmente, non è dato sapere.
Utilizzare, per screditare tutto il comparto, poi la vicenda Enoteca dâItalia, iniziativa che, in epoca non sospetta ci vide molto critici, ci appare francamente assai poco elegante, un gesto vendicativo, che si commenta da solo.
Infine cara Gabanelli, da affezionati spettatori della tua trasmissione, vorremmo farti rilevare che, sì, lâon Collarini ha sbagliato a definire la sua attività di deputato una seconda professione che danneggia i suoi affari, proprio perché svolge un servizio pubblico pagato dal cittadino, esattamente come tu hai sbagliato, mancando di rispetto, piegando la realtà , danneggiando un intero comparto e migliaia di imprenditori e lavoratori che pagano il canone Rai, retribuendo così anche il tuo lavoro.
Si possono fare inchieste senza ricercare, a tutti i costi, lo scandalo.