Italia

UNO, DUE, TRE. PROVE DI DIALOGO TRA L’ASSOCIAZIONE "CITTA’ SLOW" E "SLOW FOOD"

Una vivace assemblea è stata quella tenutasi a Suvereto sabato 29 ottobre. Dopo alcuni anni di studio, necessari per avviare l’attività, la rete delle città del buon vivere lancia ora i suoi progetti. Dopo un periodo di gelo si fanno più collaborativi i rapporti con Carlin Petrini, purchè si proceda lungo percorsi condivisi

05 novembre 2005 | R. T.

Cosa significa buon vivere? In una Città Slow significa disporre di soluzioni e servizi che permettano ai cittadini di fruire in modo facile, semplice e godibile della propria città.
Fondata nel 1999 l’Associazione delle Città Slow, che può vantare l’adesione di 70 Comuni con meno di 50 mila abitanti, in Italia, Germania, Gran Bretagna e Norvegia, si fonda sulla volontà da parte degli amministratori di attuare politiche ambientali tese a mantenere e sviluppare le caratteristiche del territorio, di promuovere un uso delle tecnologie orientato a migliorare la qualità dell’ambiente e del tessuto urbano, di incentivare la produzione e il consumo di prodotti alimentari ottenuti con tecniche naturali, di salvaguardare le produzioni autoctone, di promuovere la qualità dell’ospitalità e la consapevolezza, tra cittadini e operatori, di vivere in una Città Slow.
Le città che aderiscono all’associazione sono sottoposte a periodiche verifiche sul mantenimento dei requisiti di qualità stabiliti.

L’Associazione Città Slow è nata da un’idea dei sindaci di Bra, Greve in Chianti, Postano e Orvieto ed è subito stata caldeggiata e sponsorizzata dal padre di Slow Food, Carlo Petrini, che infatti ne firmò anche la carta costitutiva.
L’idillio tra le due associazioni finì però molto presto, allorché alcune necessità politiche, una certa macchinosità istituzionale e tempi più lenti del previsto irritarono Slow Food che decise di troncare i rapporti con Città Slow, anche se non palesemente.

Fino all’inizio del 2005 i rapporti tra Slow Food e Città Slow sono stati freddi, per non dire gelidi.
Da qualche tempo, invece, la collaborazione ha trovato nuovo impulso ed energie. Un inviato di Slow Food siede nel consiglio direttivo dell’Associazione Città Slow.
Si è aperta una nuova stagione di dialogo. Un miracolo avvenuto anche grazie all’impulso dato ai progetti, intesi come programmi e idee che l'Associazione intende portare avanti con rinnovato vigore.
Un salto di qualità. Ecco allora che alla II assemblea annuale, tenutasi presso la cantina Petra di Suvereto il 29 ottobre, si è parlato anche di risparmio energetico, di teatro di strada. Il Comune di Puccine ha presentato e proposto un progetto di risparmio energetico attraverso il fotovoltaico. L’amministrazione cittadina ha concesso in comodato a una società i tetti di quattro edifici pubblici per l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica a pannelli solari. In cambio riceverà 2 centesimi di euro per ogni kilowatt prodotto. Sviluppo di energia pulita, alternativa e guadagno. Un’idea da ben valutare, anche perché a costo zero per i cittadini.

L’intervento più atteso era tuttavia quello di Sergio Barbero, segretario di Slow Food. Con toni accalorati, ma mai polemici o violenti, animati da una sana passione, ha inteso ribadire che i cammini di Slow Food e Città Slow possono essere e rimanere distinti e divisi, auspicando al contempo un percorso comune. Pur mantenendo la loro autonomia, le due Associazioni possono lavorare insieme, su piani diversi. Tuttavia affinché il dialogo possa proseguire Barbero ha messo dei paletti ben precisi. Ha infatti chiesto che alcuni dei progetti di salvaguardia ambientale, tutela del territorio ed educazione alimentare diventino discriminanti. Le Città Slow dovrebbero, insomma, impegnarsi a rendere operativi alcuni programmi in un arco di tempo predeterminato, pena l’esclusione dall’Associazione. Tra questi, il Segretario di Slow Food ha posto l’accento in particolare sugli orti didattici, intesi come punti di partenza per un’educazione all’alimentazione sana e genuina fin dalle scuole elementari.

Apprezzate ed applaudite le parole di Barbero.
Si prospetta quindi un cammino comune tra Slow Food e l’Associazione Città Slow. Tanto più che è stato reso noto ufficialmente proprio in questa occasione la firma di un protocollo d’intesa che servirà come base per una serie di accordi regionali tra i governatori di Slow Food e i rappresentanti di Città Slow.