Italia

Accordo tra Mipaaf e Regioni sull'applicazione della nuova Politica agricola comunitaria

I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico e seminativi (riso, barbabietola e pomodoro da industria), olivicoltura. Tutta l'Italia sarà zona convergenza ai fini delll'attuazione dei regolamenti comunitari. Previste misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna

28 maggio 2014 | T N

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali comunica che il Ministro Maurizio Martina ha incontrato oggi gli Assessori all’Agricoltura delle Regioni italiane, per definire l’attuazione nel nostro Paese della Politica agricola comune 2014-2020, che vale 52 miliardi di euro.

A seguito della riunione è stato raggiunto un accordo sul testo base del Ministero, assumendo le modifiche unitarie proposte dalle Regioni, che hanno portato alla definizione dell’intesa complessiva sul nuovo sistema di pagamenti diretti. Le scelte sono state fatte, nonostante la riduzione delle risorse rispetto alla precedente programmazione 2007-2013, privilegiando un criterio di equità, rispettando l’equilibrio territoriale, sintetizzando le numerose istanze provenienti dai diversi settori e rafforzando gli ambiti strategici dell’agricoltura italiana.

Le principali decisioni assunte hanno riguardato:

- la ripartizione degli aiuti accoppiati, per i quali è stata fissata una quota all’11%, pari a oltre 426 milioni di euro, lasciando il 4% delle risorse al pagamento di base. I settori sui quali sono state concentrate le risorse sono: zootecnia da carne e da latte, piano proteico e seminativi (riso, barbabietola e pomodoro da industria), olivicoltura;

- per incentivare il lavoro giovanile, è prevista la maggiorazione degli aiuti diretti nella misura del 25% per i primi 5 anni di attività per le aziende condotte da under 40, assicurando il livello massimo di plafond disponibile che ammonta a circa 80 milioni di euro;

- i soggetti beneficiari della Pac, con allargamento della “black list” ed esclusione dai contributi delle banche, società finanziarie, assicurative e immobiliari;

- si è deciso di applicare una riduzione del 50% dei pagamenti diretti sulla parte eccedente i 150.000 euro del pagamento di base e del 100% per la parte eccedente i 500.000 euro. In tale ambito è stato valorizzato al massimo il lavoro in quanto dal taglio saranno esclusi i costi relativi alla manodopera, salari stipendi, contributi versati a qualsiasi titolo per l’esercizio dell’attività agricola;

- la definizione della figura dell’agricoltore attivo;

- la convergenza, dove si è scelto di considerare l’Italia come Regione unica;

- le misure di sostegno per le aree svantaggiate e di montagna, per le quali è stata individuata una diversificazione delle condizioni per essere considerati agricoltori attivi e un premio differenziato per il latte di montagna;

Si è deciso, inoltre, di intervenire in maniera integrata con altri strumenti quali i programmi di sviluppo rurale e l’OCM ortofrutta attivando una misura a favore del pomodoro da industria e una misura in favore della meccanizzazione nelle aree rurali.

È stato anche stabilito che nel 2016 verranno effettuate verifiche sull’operatività e sull’attuazione delle nuove misure, alla luce anche delle scelte che verranno compiute dagli altri partner europei.

“L’accordo arriva dopo un lungo lavoro con le Regioni – ha dichiarato il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina – che ci consente oggi di scrivere un capitolo importante della nuova Pac, mantenendo l’impegno di chiudere entro il mese di maggio. Abbiamo fatto scelte decisive per il futuro e per il rilancio dell’agricoltura, guardando in particolare a settori strategici come la zootecnia e l’olivicoltura e programmando un piano proteico nazionale e il sostegno a colture come la barbabietola, il riso e il pomodoro da industria. Fondamentali anche le scelte di una più equa distribuzione delle risorse. Abbiamo privilegiato il lavoro e i giovani, proprio perché questo settore può essere protagonista del rilancio economico del Paese”.

“Ringrazio i colleghi assessori – ha dichiarato l’Assessore della Regione Puglia e coordinatore nazionale degli assessori regionali all’Agricoltura, Fabrizio Nardoni – per il grande senso di responsabilità dimostrato nel costruire una proposta unitaria, che testimonia la volontà di dare agli agricoltori più tempo possibile per adeguarsi alla riforma. Pur nella difficoltà della nuova Pac, il sistema delle Regioni, collaborando con il Ministero, è riuscito a trarre un’intesa complessiva a favore del sistema agricolo e che tiene conto delle difficoltà dei settori produttivi”.

Le reazioni:

Si prefigura un'intesa politicamente insignificante e dannosa che mortifica l'agricoltura italiana con misure ora poco incisive, ora invece addirittura penalizzanti per quegli operatori che fanno crescita e occupazione per il Paese". È questo il secco commento di Agrinsieme che giudica duramente le linee guida definite dopo il lungo negoziato tra ministero e assessorati regionali.

"Ci riserviamo di conoscere tutti i dettagli della ipotesi di applicazione della riforma - aggiunge il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative italiane - ma già da quanto è trapelato il nostro giudizio è totalmente negativo".

"Avevamo formulato diverse proposte - prosegue Agrinsieme - tra le quali quella di utilizzare al livello massimo del 13 più 2 per cento la quota di massimale da destinare ai pagamenti accoppiati settoriali. Ministro ed assessori si sono invece fermati all'11 per cento rinunciando a voler gestire una fetta importante di risorse e prevedendo misure che potrebbero essere di fatto ininfluenti sui conti aziendali. In più ci ritroveremo probabilmente misure penalizzanti come una disciplina dell'"agricoltore attivo" ed una forte riduzione dei pagamenti oltre determinate soglie (la cosiddetta degressività) che colpirà realtà dinamiche e competitive che creano ricchezza e occupazione".

"Non ci sembra certo il miglior compromesso possibile. Tutta'altro. C'era sicuramente da confrontarsi e discutere di più, magari con un occhio al piano da noi ipotizzato per attuare la nuova Pac in Italia - conclude Agrinsieme -. Una soluzione equilibrata e sicuramente più attenta alle reali esigenze delle vere imprese agricole".

 

“Certamente ci riserveremo di approfondire i documenti relativi alle decisioni prese oggi in sede di confronto tra Mipaaf e Regioni, ma ciò che emerge parerebbe essere una sorta di “spezzatino” che sicuramente non farebbe il bene dell’agricoltura italiana. Abbiamo un potenziale da valorizzare e da esaltare e non da disperdere. I nostri produttori agricoli sono stati penalizzati dal taglio effettuato sui fondi destinati al primo pilastro e non meritano, anche in considerazione di quanto il settore alla base del sistema agroalimentare made in Italy ha espresso ed esprime in questa fase di crisi economico finanziaria, un’applicazione della Pac che non sia vera leva di sviluppo con evidenti ricadute positive. Noi eravamo e siamo per far prevalere l’interesse generale e per promuovere strategie funzionali alla produzione agricola italiana. Da quanto ci risulta, invece, il compromesso rischia di andare nella direzione opposta e di non rappresentare e produrre la dovuta crescita del settore inteso come sistema Paese. Abbiamo registrato attenzione da tutti i rappresentanti istituzionali competenti ad ogni livello, tanto più saremmo perplessi su determinazioni negative”. Così il presidente della Copagri, Franco Verrascina, nel primo commento sul vertice odierno Mipaaf – Regioni sull’attuazione della Pac

 

L’accordo raggiunto dal ministro e dagli assessori regionali rappresenta un esempio positivo di politica che sa decidere in tempi brevi nell’interesse dei veri imprenditori agricoli e contro rendite ormai insostenibili, superando i particolarismi dei vari territori ed effettuando scelte strategiche per il futuro dell’agricoltura e dell’agroalimentare italiani.

E’ il commento del presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo all’intesa raggiunta dal titolare del dicastero delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dalle Regioni sull'attuazione in Italia della Politica agricola comune 2014-2020, che vale 52 miliardi di euro.

L’accordo assicura un sostegno ai settori portanti della nostra agricoltura – sottolinea Moncalvo – e, con esso, garantisce quelle produzioni su cui si fonda lo straordinario successo del made in Italy all’estero, creando occupazione e sviluppo sul territorio.

Al tempo stesso – continua il presidente della Coldiretti – si è finalmente avuto il coraggio di colpire le rendite di una casta di intoccabili che rappresenta lo 0,2% della platea dei beneficiari ma che in questi anni ha assorbito il 15% del sostegno all'agricoltura.