Italia
L'Umbria vitivinicola batte il colpo: export cresciuto del 48%
Per rafforzare la crescita necessario un "Progetto vino" che preveda l'individuazione di un organismo per il coordinamento di filiera, l'istituzione di un marchio 'Umbria', lo sviluppo attività e servizi collettivi e l'eventuale costituzione di un Consorzio di tutela unico per i vino Dop e Igp della Regione
30 gennaio 2014 | C. S.
Nel triennio 2009-2011 l’export del vino umbro è cresciuto del 48 per cento a fronte della media nazionale del 25 per cento. È aumentata in maniera particolare la parte certificata e di qualità. I Paesi in cui il vino umbro è più apprezzato rimangono Stati Uniti e Germania.
La superficie vitata regionale è di circa 12.800 ettari. La produzione media di vino negli ultimi anni si attesta intorno gli 800-900 mila ettolitri compreso il consumo familiare. La dimensione media delle aziende vitivinicole umbre è di poco superiore all'ettaro (media in Italia 1,6 ettari). Il sistema regionale dei vini Dop e Igp può contare su 13 Doc, 2 Docg e 6 Igt. Nel quadriennio 2008-2011 i vini Igp e Dop rappresentano quasi il 90 per cento della produzione complessiva. L'export dei vini umbri rappresenta una percentuale molto limitata dell'export di vino italiano (0,6 per cento).
"Rimane di assoluta importanza l’individuazione di un organismo per il coordinamento di filiera; l’istituzione di un marchio 'Umbria'; lo sviluppo di attività e servizi collettivi; la costituzione di un Consorzio di tutela unico per i vino Dop e Igp dell'Umbria” ha dichiarato alla Camera, dopo averlo già fatto anche prima della scorsa estate presentando il ‘Progetto vino’, l’assessore regionale all’Agricoltura Fernanda Cecchini.
Nel definire il settore vitivinicolo regionale “una delle più importanti filiere del sistema agroalimentare regionale”, auspicando un ‘Marchio Umbria’ da inserire nell’etichetta o attraverso un bollino sulla bottiglia, l’assessore ha fatto sapere che la Regione dispone di un budget annuale di circa 6,5 milioni di euro (Fondi comunitari Feaga) per l’attuazione dell'Organizzazione comune di mercato (Ocm) vino.
Negli interventi a margine della relazione dell’assessore, Paolo Brutti (Idv) si è detto “non convinto” dal ragionamento sulle modalità promozionali del prodotto. “I tentativi di accorpare soggetti di tipologia diversa – ha detto – creano difficoltà oggettive. Non mi convince poi il ‘Marchio Umbria’ perché comunque verrebbero uniti mondi diversi. Auspico che su queste proposte possano esprimersi direttamente i produttori attraverso una audizione in questa Commissione”. Per Massimo Mantovani (Ncd) il discorso del ‘bollino’ deve andare oltre il vino, interessando anche l’olio ed in genere tutti i nostri prodotti enogastronomici di punta. Giusta ed importante la previsione di promuovere l’Umbria attraverso le sue eccellenze e, quindi, nel suo complesso. Bene un’organizzazione sistemica partendo proprio dal marketing territoriale”. Manlio Mariotti (Pd), quella della Regione “è una scelta che forse potrà non bastare, ma è comunque utile ed opportuna. È tuttavia importante ascoltare direttamente i protagonisti di questo comparto”. D’accordo sulla programmazione di audizioni dei produttori e le associazioni di categoria si è detto lo stesso presidente della Commissione Gianfranco Chiacchieroni sottolineando come “attraverso il vino viene di fatto bevuto il territorio e le sue caratteristiche. Per questo – ha detto – serve una rete unificata, dove però ognuno possa mantenere le proprie caratteristiche ed il proprio profilo”