Italia

A vigilare sulla contraffazione alimentare sarà il Parlamento

La Camera vota a larghissima maggioranza per l'istituzione di una Commissione straordinaria per combattere i "pirati" che sottraggono lavoro e reddito agli imprenditori italiani

28 settembre 2013 | T N

L'istituzione della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla contraffazione "dimostra l'ampia convergenza politica sul tema della difesa del Made in Italy dai pirati che battono i mercati mondiali sottraendoci lavoro e reddito". È il commento dell'on. Colomba Mongiello, componente della Commissione Agricoltura della Camera e prima firmataria del proposta di legge per l'istituzione dell'organismo approvata dall'Aula, lo scorso 25 settembre, a larghissima maggioranza.

"Ci sono interessi consolidati, anche di natura criminale, che alimentano l'azione politica e istituzionale di quanti cercano di bloccare, frenare o depotenziare l'articolazione di una normativa di contrasto alla contraffazione che sia omogenea nelle prescrizioni ed efficace nelle sanzioni - continua Mongiello - Basti pensare che nel solo settore agroalimentare, quello più debole ed esposto al fenomeno dell'Italian sounding, la pirateria ha realizzato lo scorso anno almeno 12 miliardi di fatturato o che le imprese del settore food esportano negli USA merce per 2 miliardi mentre ammonta a 20 miliardi il giro d'affari del fake food, il cibo contraffatto. Reddito, lavoro e imposte sottratte alle imprese, ai lavoratori, ai cittadini italiani.

La Commissione parlamentare contro la contraffazione deve diventare il luogo in cui: studiare approfonditamente il tema della lotta a questo gravissimo reato; costruire alleanze virtuose con produttori e consumatori, autorità di controllo, forze dell'ordine, magistratura, organismi scientifici; analizzare i flussi commerciali e gli effetti dell'Italian sounding. Tutto ciò con l'obiettivo di articolare norme e sanzioni adeguate, promuovere una nuova soggettività italiana in seno all'Unione europea, essere presenti con la necessaria consapevolezza e forza negli organismi internazionali, porre limiti e vincoli alla delocalizzazione di chi produce merce che afferma essere 'fatta in Italia'.

Contraffare i prodotti Made in Italy - significa rubarci l'identità, sottrarci la nostra cultura millenaria, svilire la nostra capacità di fare e la nostra volontà di essere. Non possiamo permetterlo oltre"